In questa lezione parleremo di costi unitari, costi di produzione, costi variabili, costi medi, costi di lungo periodo e daremo una definizione di "impresa verticalmente integrata".
Costi unitari = costi medi + costi
marginali.
Il progresso tecnico aumenta
l’efficienza a parità di lavoro.
Più costano i
beni, maggiore deve essere l’utilità marginale. PL è il COSTO DEL
LAVORO. P è il PRODOTTO. L è lavoro. Questa logica avrà un’importanza
fondamentale nelle politiche economiche degli ultimi anni. K è produttività.
I COSTI DI
PRODUZIONE
I costi di
produzione vengono normalmente divisi fra costi fissi e costi variabili. È una
divisione molto approssimativa, che avrebbe bisogno di essere riferita ad un
intervallo temporale. Il lavoro nel brevissimo termine è fisso (certo, se la
domanda aumenta si può assumere un’altra persona -- > il costo del lavoro
può variare nel breve/medio termine). I costi sono funzione della quantità
prodotta. CT = CF + CV (CT = costi fissi, termine noto dell’equazione della
retta) e CV (sono legati al volume di produzione).
CF = non variano
con il volume X, legati ad investimenti e tecnologie utilizzate;
CV = variano in
funzione di X, legati ai consumi e servizi direttamente necessari alla produzione
(soprattutto il LAVORO) -- > questo non succede (naturalmente) nel caso di
un magazzino; i costi sostenuti, in questo caso, diventano puri investimenti. In
generale si tende a legare l’ora di lavoro in funzione ai servizi che diamo. Ci
sono, in ogni caso, dei costi fissi (manager, ragioniere…) e dei costi
variabili (operai…).
Bassi volumi di
produzione ci portano in perdita perché non riusciamo a coprire i costi fissi.
Un rendimento elevato nella produzione porta ad
un aumento dei costi (simmetria funzione produzione e costo).
Quando
entro nella zona di massima efficienza produttiva, i costi rallentano (se poi
esco, i costi schizzano). Data questa funzione, possiamo ricavare i costi medi e
i costi marginali.
CT/X = CF/X (costi
fissi medi, si avvicinano asintoticamente ad X) + CV/X (costi medi variabili)
I costi medi:
VARIABILI, CEV
FISSI MEDI, CFE
I costi unitari risalgono nel momento in cui
occupiamo sempre più ore di lavoro senza l’adeguata attrezzatura (senza
investimenti appropriati). Con nuovi macchinari, allungando il processo
produttivo, ingrandendo il capannone -- > permetto al CE (costo medio) di
abbassarsi e di spostare il punto minimo più avanti.
COSTI DI
LUNGO PERIODO
Variazione delle
funzioni di costo al variare degli investimenti in K. Economie realizzabili da
un’impresa:
Ø
Economia di scala (indivisibilità degli
impianti: economie di saturazione e specializzazione del lavoro); --> si
ottengono allargando la scala produttiva, amplia la quantità prodotta portando
QUASI a zero il costo fisso;
Ø
Economia di varietà, quando C(X) + C(Y) >
C(X+Y) cioè quando produrre due beni X e Y in un impianto è più conveniente di
due impianti specializzati; certi processi produttivi li posso ottenere in modo
congiunto o disgiunto -- > due beni sono realizzati nella stessa
organizzazione;
Ø
Economie esterne, esistenza di condizioni
favorevoli esterne: input a basso costo, competenze del lavoro, progresso
tecnologico, infrastrutture… -- > sono legate al contesto in cui l’azienda o
l’impresa si trova (l’impresa ha delle economie esterne: si può andare
all’estero per risparmiare, ma siamo sicuri che il capitale umano o le
condizioni che circondando l’azienda siano così favorevoli come in Italia?).
IMPRESA
VERTICALMENTE INTEGRATA: realizza economie di varietà, ma più che altro di
coordinamento. Comprende tutte le fasi della produzione di un bene, dall’inizio
alla distribuzione.
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