mercoledì 7 ottobre 2015

4^ LEZIONE DI DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA.

Trattato di Amsterdam e di Nizza. Ambedue i trattati si limitavano ad apportare modifiche a quelli già esistenti. Si modificò il trattato di Maastricht, in sostanza.

Si sentì il bisogno di questi due trattati in quanto dopo il 1992 la storia continuava a cambiare (dissoluzione dei Balcani, continue richieste dai paesi dell’Europa orientale di poter entrare nell’UE).
Il 1° gennaio 1995, a cavallo degli anni 90, fecero domanda molti paesi (Austria, Svezia, Finlandia, Norvegia). A fine 1995 aderirono Austria, Svezia e Finlandia. Per scelta referendaria norvegese, la Norvegia rimase fuori. Una conferenza intergovernativa del 1996, prepara il Trattato di Amsterdam del 1997. Costui mette un po’ di ordine nella numerazione degli articoli. Ha inserito nei Trattati dell’Unione la tutela dei diritti fondamentali valida per i paesi dell’Unione. Istituisce, poi, la cooperazione rafforzata: diventava sempre più facile che ci fosse uno stato contrario a determinate decisioni. Per aumentare il grado di integrazione (se qualche stato fosse stato contrario) era doveroso impedire tale contrarietà (l’Euro: solo 15 stati che approvarono la moneta unica).

TRATTATO DI AMSTERDAM: tra le competenze delle istituzioni abbiamo aggiunto quelle del GAI a quelle della CE. Dal 1999 l’Europa può emanare regole in materia di diritto internazionale privato e di diritto internazionale civile. Questo avrebbe garantito la libera circolazione delle sentenze e avrebbe garantito la possibilità di recarsi da uno qualsiasi dei giudici dell’Unione.
Si è anche avviato un nuovo processo di adesione per altri stati che chiedevano di entrare in Europa. Uno degli obiettivi mancati era quello di adeguare le istituzioni europee all’incremento degli stati. Nel 2000 si è deciso di convocare una conferenza a Nizza dove si è fatta una dichiarazione sul futuro dell’Europa. Lì, in quella sede, si è proclamata la carta dei diritti fondamentali di Nizza.
Il Trattato arriva nel 2001 ed entra in vigore nel 2003. Ripartisce i seggi al Parlamento europeo, prevede che la commissione abbia un commissario membro. Estende il voto alla maggioranza qualificata per alcuni settori. Estende lo spazio per la cooperazione rafforzata e si è consapevoli che il lavoro non è finito. Ciò fa capire a tutti che è bene fare il salto di qualità: questo processo deve avere una vera costituzione europea? Ovvio che sì. Per questo si forma un trattato firmato a Roma il 29 ottobre 2004. Questo trattato costituzionale, però, spaventa tanti stati europei. E così molti referendum bocciano questa costituzione.

Dopo grandi meditazioni, nel 2007, il Consiglio Europeo ritiene sia meglio abbandonare la Costituzione.
Nel frattempo, però, nel 2004 altri 10 paesi europei avevano aderito all’UE.

Nel 2007, intanto, il cancelliere tedesco Merkel aveva pensato ad un sistema per aggirare questa diffidenza. Nel 2009 è riuscita a farlo ratificare da tutti. Il trattato di Lisbona, quindi, è il punto di arrivo che salva la sostanza del processo precedente, con una forma diversa da quella del T.U.
Il trattato di Maastricht fu chiamato Trattato dell’Unione Europea e quello sul funzionamento (trattato della CE, operativo) lo chiamò TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione Europea). Ancora a parte si trova la implementata Carta di Nizza. La Merkel, quindi, ha salvato la sostanza giuridica e viene applicato come diritto europeo dai giudici della corte europea.
In Germania, però, esiste il ricorso diretto alla Corte Costituzionale federale. Grazie a questo strumento, alcuni tedeschi ritennero doveroso affermare che il trattato di Lisbona andava mutato perché esautorava il parlamento tedesco. La sentenza respinse questa domanda e con essa si volatilizzarono tutti i timori a ciò legati.
Questi trattati sono accompagnati da protocolli aggiuntivi, in cui ogni Stato fa dei “distinguo”.

Oggi l’UE si chiama SPAZIO DI LIBERTA’, SICUREZZA e GIUSTIZIA.

3^ LEZIONE DI DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA.

Comitato delle regioni (rappresentanti delle autonomie locali dei paesi membri).
Ma come si forma la volontà dello stato, poi espressa a Bruxelles? La voce delle regioni arriva a Bruxelles? Quando qualcosa è stato deciso a Bruxelles, come viene attuato in Italia? (fasi ascendente e discendente).
Gli stati membri, pur essendosi obbligati a cooperare in materia di politica estera, hanno ognuno le proprie autonomie (soprattutto da parte delle grandi potenze).

ATTO UNICO EUROPEO (1986)

Figlio di quel rapporto del DDR del 1985, si disse “si è fatto tutto il previsto, ora dobbiamo porci un nuovo obiettivo”. Perché nel settore dei professionisti si è stati lenti nel liberalizzare il “mercato”? Perché ogni stato rimaneva “libero” di definire il percorso in perfetta autonomia. In sostanza, quindi, la circolazione delle professioni era fortemente frenata dal fatto che si richiedeva l’identità dei titoli utili per il loro esercizio.
Si è così, intervenuto, con delle discipline di armonizzazione: con delle direttive si è obbligato gli stati a d armonizzare il diritto interno per armonizzarlo con quello degli altri paesi.
Si è così introdotto il principio del reciproco riconoscimento dei titoli di studio, salvo poter introdurre un esame integrativo quando siano manifestamente eterogenei. In Italia, per esempio, c’era lo sbarramento dell’esame di stato. Fu così fatto un passo avanti: chi già esercita in un altro paese, può continuare la sua attività in altri paesi. Se vuole stabilirsi lì, potrà o fare pratica presso soggetto a ciò abilitato o fare l’esame di stato. Dopo 3 anni di pratica presso un collega, chi è già, per esempio, avvocato presso il proprio paese, può esercitare nel paese straniero.
Questo processo, però, si è interrotto con il 1989 (crollo del muro di Berlino). Il crollo del muro di Berlino rappresenta l’allargamento del tema: il futuro della Germania. Kohl, il cancelliere tedesco dell’epoca, aveva la possibilità di chiudere la parentesi e riunificare la Germania. Questo però voleva dire RIFONDARE completamente uno stato intero, quello corrispondente alla DDR, alla Germania EST. Kohl disse che aveva senso, che si doveva fare. Kohl ha vinto la sui sfida storica.
Questo ha segnato la fine dell’URSS e degli stati satelliti. Erano indipendenti, è vero, ma non erano slegati dalla leadership sovietica. L’Europa, così, ha risposto con il trattato di Maastricht, chiamato anche “trattato sull’unione europea”. Si è inventato un nome nuovo per descrivere un NUOVO contenuto. Sotto quel cartello v’era una nuova Europa, che dà risposta alla domanda “si vuole avere anche un’Europa politica sì o no?”, naturalmente affermativamente. Non doveva essere INTEGRAZIONE ma vera e propria COOPERAZIONE. Il trattato di Maastricht da un lato ritocca i vecchi trattati, implementando i trattati esistenti. Per altra parte, dice “cose nuove”. Per capire in modo semplice questo trattato, si usa tradizionalmente un’immagine: il tempio greco (PESC, GAI, giustizia e affari interni, CE, tre pilastri fondamentali). Questa è l’essenza dello stato moderno, autonomo ed indipendente.

Sempre in questo trattato compare per la prima volta l’istituzione della CITTADINANZA EUROPEA, che è un “prolungamento della cittadinanza dei cittadini europei”. Il trattato di Maastricht, inoltre, introduce la libera circolazione dei cittadini europei per qualsiasi motivo.

Il pilastro sulla giustizia, inoltre, garantisce la protezione diplomatica in ogni luogo. Questo trattato è molto importante ance perché dava ingresso all’ “altra Europa”, permetteva ulteriori adesioni da parte delle “nazioni” europee dell’est.

2^ LEZIONE DI DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA.

!!! SEZIONE DA AGGIORNARE !!!

Mi scuso. Sono stato chiamato dal professore in cattedra e non ho avuto modo di prendere appunti per questa lezione. Entro questo fine settimana ascolterò la registrazione della lezione e sostituirò questa comunicazione con gli appunti.

Scusate per il disagio.