In questa lezione parleremo dei concetti di produzione, rendimenti di scala, rendimenti crescenti, decrescenti nonché di ottimizzazione della produzione.
L’attività di produzione: gli
economisti, sin da Adam Smith, hanno studiato la funzione di produzione in cui
si mette in relazione l’input produttivo e l’output (i beni prodotti). Al
numeratore: i beni prodotti. Al denominatore: ciò che è servito per produrre. Le
categorie astratte ci dicono che i due fattori fondamentali sono LAVORO e
capitale. In genere si isola la terra (trattata, al giorno d’oggi, come se
fosse capitale).
La terra è fonte di produzione,
come lavoro e capitale (che può essere circolante, che continuamente si
rinnova, o investito). Altro fondamentale fattore (pensato e maturato dagli
economisti italiani) è il “capitale umano”, ovvero il bagaglio di conoscenze a
disposizione dei lavoratori e degli imprenditori.
Per analizzare la funzione
X=X(lavoro, capitale, terra) la SEZIONIAMO, mettendo in relazione il lavoro
(per esempio) e la produzione (X). La produzione va sempre sull’asse delle
ordinate. Nel breve periodo il capitale non è immobile, però le variazioni di
capitale si fanno abbastanza raramente.
Facciamo variare solamente le quantità di lavoro
immesse nel nostro processo produttivo. Tendenzialmente la funzione è
concava all’inizio, poi cambia orientamento.
Se al posto del lavoro avessi
messo capitale in ascisse, il discorso sarebbe stato lo stesso.
LA PRODUZIONE:
La produttività in Smith era una
“produttività media”. Se io prendo la produttività media e la pongo al
numeratore, mentre al denominatore metto l’ora lavorata, trovo la produttività
media per ora di lavoro. Se migliora, miglioriamo anche il benessere di noi in
quanto lavoratori.
Abbiamo anche la produttività
marginale (non essendo la produttività costante, al margine la produttività può
assumere valori diversi).
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Hanno entrambi andamento a parabola.
La produttività marginale incontra la media nel suo punto massimo (“suo” è
riferito alla produttività media).
X/L = 10/1 à
per 10 H/L = 100b
X/L = 8/1 à per 5H = 40b
Se un’ora di lavoro mi costa 10€ --
> nel primo caso una brioche mi costa 1€.
Se un’ora di lavoro mi costa 10€ --
> nel secondo caso una brioche mi costa 1,2€.
Se i prezzi sul mercato cadono,
bisognerebbe produrre di più e far sì che i prezzi smettano di calare. Bisogna,
quindi, aver la massima efficienza col minor costo.
Se il nostro imprenditore, però,
investe in macchinari, può succedere che un’ora di lavoro (a parità di prezzo)
sia maggiormente produttiva. Il progresso tecnico vuol dire sì avere delle
conoscenze, ma soprattutto si configura come l’acquisto di macchinari avanzati
che permettono di produrre di più con lo stesso input di lavoro.
RENDIMENTI DI SCALA: ha senso se
io supero quel breve periodo in cui il capitale è fisso (aumentare la scala
produttiva significa aumentare il lavoro e il capitale investito); posso
ottenere:
- RENDIMENTI
COSTANTI, quando la quantità complessiva di produzione varia nella stessa
proporzione in cui sono variati i fattori;
- RENDIMENTI
CRESCENTI, quando la quantità complessiva di produzione varia in modo più
che proporzionale alla variazione dei vari input;
- RENDIMENTI
DECRESCENTI, quando la quantità complessiva di produzione varia in modo
meno che proporzionale alla variazione degli input.
OTTIMIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE
Massima produzione con minimo
costo o minimo costo per una produzione data (equilibrio tra produttività di un
fattore e il suo costo).
P*L/PL = P*K/Pk
Mi costano troppo i lavoratori?
Riduco il numero di lavoratori à
POLITICA DEL REDDITO à
+ produttività? + stipendi (la frazione rimane costante e non c’è squilibrio).
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