martedì 11 novembre 2014

11^ LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA.

In questa lezione parleremo dei concetti di produzione, rendimenti di scala, rendimenti crescenti, decrescenti nonché di ottimizzazione della produzione. 

L’attività di produzione: gli economisti, sin da Adam Smith, hanno studiato la funzione di produzione in cui si mette in relazione l’input produttivo e l’output (i beni prodotti). Al numeratore: i beni prodotti. Al denominatore: ciò che è servito per produrre. Le categorie astratte ci dicono che i due fattori fondamentali sono LAVORO e capitale. In genere si isola la terra (trattata, al giorno d’oggi, come se fosse capitale).

La terra è fonte di produzione, come lavoro e capitale (che può essere circolante, che continuamente si rinnova, o investito). Altro fondamentale fattore (pensato e maturato dagli economisti italiani) è il “capitale umano”, ovvero il bagaglio di conoscenze a disposizione dei lavoratori e degli imprenditori.
Per analizzare la funzione X=X(lavoro, capitale, terra) la SEZIONIAMO, mettendo in relazione il lavoro (per esempio) e la produzione (X). La produzione va sempre sull’asse delle ordinate. Nel breve periodo il capitale non è immobile, però le variazioni di capitale si fanno abbastanza raramente.
Facciamo variare solamente le quantità di lavoro immesse nel nostro processo produttivo. Tendenzialmente la funzione è concava all’inizio, poi cambia orientamento.
Se al posto del lavoro avessi messo capitale in ascisse, il discorso sarebbe stato lo stesso.

LA PRODUZIONE:
La produttività in Smith era una “produttività media”. Se io prendo la produttività media e la pongo al numeratore, mentre al denominatore metto l’ora lavorata, trovo la produttività media per ora di lavoro. Se migliora, miglioriamo anche il benessere di noi in quanto lavoratori.
Abbiamo anche la produttività marginale (non essendo la produttività costante, al margine la produttività può assumere valori diversi).
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Hanno entrambi andamento a parabola. La produttività marginale incontra la media nel suo punto massimo (“suo” è riferito alla produttività media).
X/L = 10/1 à per 10 H/L = 100b
X/L = 8/1 à per 5H = 40b

Se un’ora di lavoro mi costa 10€ -- > nel primo caso una brioche mi costa 1€.

Se un’ora di lavoro mi costa 10€ -- > nel secondo caso una brioche mi costa 1,2€.

Se i prezzi sul mercato cadono, bisognerebbe produrre di più e far sì che i prezzi smettano di calare. Bisogna, quindi, aver la massima efficienza col minor costo.
Se il nostro imprenditore, però, investe in macchinari, può succedere che un’ora di lavoro (a parità di prezzo) sia maggiormente produttiva. Il progresso tecnico vuol dire sì avere delle conoscenze, ma soprattutto si configura come l’acquisto di macchinari avanzati che permettono di produrre di più con lo stesso input di lavoro.

RENDIMENTI DI SCALA: ha senso se io supero quel breve periodo in cui il capitale è fisso (aumentare la scala produttiva significa aumentare il lavoro e il capitale investito); posso ottenere:

  1. RENDIMENTI COSTANTI, quando la quantità complessiva di produzione varia nella stessa proporzione in cui sono variati i fattori;

  2. RENDIMENTI CRESCENTI, quando la quantità complessiva di produzione varia in modo più che proporzionale alla variazione dei vari input;

  3. RENDIMENTI DECRESCENTI, quando la quantità complessiva di produzione varia in modo meno che proporzionale alla variazione degli input.
OTTIMIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

Massima produzione con minimo costo o minimo costo per una produzione data (equilibrio tra produttività di un fattore e il suo costo).
P*L/PL = P*K/Pk
Mi costano troppo i lavoratori? Riduco il numero di lavoratori à POLITICA DEL REDDITO à + produttività? + stipendi (la frazione rimane costante e non c’è squilibrio).  

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