In questa lezione parleremo ancora di Marx, del Cattolicesimo sociale, dell'anarchismo, dei keynesiani e della macroeconomia.
Fatturato – costi esterni =
Valore aggiunto ≈ Plusvalore.
Plusvalore – costo del lavoro =
reddito lordo che va a remunerare il capitale.
Reddito lordo – interessi passivi
(banche) = profitto che va solamente ai soci.
Marx chiarisce come il profitto
vada spartito tra capitale e lavoro.
IMPIEGHI
Immobilizzazioni (prese le
fonti e poi investite, frutto degli investimenti
Magazzino
} CAPITALE CIRCOLANTE
Crediti
|
FONTI
Capitale Proprio o Netto
(capitale dei soci)
Capitale di Terzi (banche o
altri finanziatori)
Debiti
|
Il Capitale Circolante è
quell’impiego che si rinnova continuamente (es. magazzino);
Il Capitale Immobilizzato ci
mette parecchio a tornare liquido (es. macchinario).
PER MARX:
KFIX = capitale fisso
(capitale immobilizzato);
KCIR = capitale
circolante.
Le imprese tendono ad investire
molto per ridurre i costi di produzione e così facendo alterano la composizione organica del capitale: coc = KFIX
/ KTOT
Il KTOT si configura
come la somma tra KFIX e KCIR.
Per Marx, inoltre, i profitti
derivano solamente dal capitale circolante, ovvero quel capitale con cui
permettiamo che l’azienda vada avanti (salari…). Tendenzialmente, quindi, le
aziende aumenteranno il KFIX. Aumentando il Capitale Fisso, però,
diminuisce il Capitale Totale.
Ma che reddito riesco ad ottenere
con il mio investimento totale? Lo so grazie a questa frazione:
Reddito Lordo / KTOT. Questo
è il SAGGIO DI PROFITTO.
Il rapporto tra capitale fisso e
capitale totale aumenta solamente perché le aziende, per farsi concorrenza,
aumenteranno il denaro da investire in nuovi macchinari e diminuiranno le
quantità di denaro da investire in salari. -- > CADUTA TENDENZIALE DEL SAGGIO DI PROFITTO -- > VISIONE PROFETICA DI
MARX DELLA CRISI DEL CAPITALISMO.
- È IL LAVORO CHE GENERA PLUSVALORE.
- LE
MACCHINE SERVONO SOLO AD
AUMENTARE LA PRODUTTIVITA’ DEL LAVORO.
- È
INUTILE AUMENTARE MACCHINARI E DIMINUIRE LE ORE DI LAVORO PERCHE’ NON SI
GENERA PLUSVALORE (e quindi profitto).
- BASSO
COSTO DEL LAVORO -- > ALTA DISOCCUPAZIONE -- > SCOPPIO DELLA
RIVOLUZIONE.
CATTOLICESIMO SOCIALE
Si divide in due correnti: una
BORGHESE (Perin) e l’altra ARISTOCRATICA (De la Tour du Pin, Ketteler,
Voegelsang…). Si lega ad una filosofia tomistica, nasce il neotomismo che è una
filosofia sociale -- > teoria della società -- > giustizia sociale --
> ordine economico che si contrappone al liberalismo e al socialismo.
Ha una visione abbastanza
paternalista, tutela, aiuto e collaborazione fra classi alte e basse. Priorità
al lavoro, all’associazionismo. Si radica la scuola di pensiero di Giuseppe
Toniolo che si sviluppa soprattutto nella scuola etico-giuridica dell’economia
padovana.
Libertà dell’uomo sì, ma
all’interno di una serie di vincoli. Sarà Giuseppe Toniolo ad affermare la
centralità del lavoro e la subordinazione del capitale al lavoro. Tutti quelli
che hanno affermato ciò, hanno sostenuto i movimenti cooperativi.
Nascono in questo periodo anche
le banche popolari, in risposta all’assenza del capitale finanziario.
ANARCHISMO
Influenzato fortemente da
Feuerbach. Proudhon, inserito nel positivismo, è un anarco libertario che
ribadisce il ruolo della giustizia sociale e la possibilità di garantire
processi di mercato virtuosi. È il pronunciatore della famosa frase “la
proprietà è un furto”: egli non se l’era presa con la proprietà privata, ma era
contro ogni forma di dominio dell’uomo sull’uomo (riconosce che ci sono beni
pubblici e propone un servizio civile che produca quei beni che servono alla
collettività).
I KEYNESIANI E LA MACROECONOMIA
Scuola “liberal” di Cambridge,
critica la legge degli sbocchi e del laissez-faire. Keynes scrisse le sue opere
nel 1929, dopo la BIG DEPRESSION, ma le sue idee erano state elaborate in
precedenza.
La libera iniziativa non porta al
massimo sfruttamento delle risorse, né a percorsi di crescita sostenuti. Dal
1871 agli anni ’20 l’economia neoclassica cresce e si sistematizza. Keynes,
invece, riparte dalla visione classica, cioè da VARIABILI AGGREGATE (nasce la
MACRO-ECONOMIA). Dà un contributo alla organizzazione dei concetti dai quali
successivamente nascerà la contabilità nazionale e la definizione di PIL. In contrapposizione con la legge
degli sbocchi di Say, Keynes si sofferma sulla DOMANDA EFFETTIVA. Egli ha un approccio pragmatico, partendo, cioè,
da quello che vede.
DOMANDA EFFETTIVA: è la
reale domanda espressa in un’unità di tempo. È la percezione che gli
imprenditori hanno della domanda che determina il livello di offerta.
L’imprenditore, avendo percepito questa potenziale domanda, assume e investe o
meno. I processi economici, quindi, avvengono nel tempo (non sono A-TEMPORALI ed ASTRATTI). La domanda effettiva si
compone di CONSUMI e INVESTIMENTI. Naturalmente, per tutte queste divergenze,
Keynes non si può in alcun modo paragonare a Say.
INCERTEZZA: nessun
economista, neoclassico o classico, ne parlava APERTIS VERBIS. Si configura
quando non siamo in grado di prevedere la domanda di un determinato bene.
Riguarda sia il livello monetario (domanda di LIQUIDITA’) che il livello reale
(INVESTIMENTI). È fondamentale, dunque, che si profili la stabilità (più importante ancora della LIBERTA’). Dobbiamo
essere messi nelle condizioni di fare delle previsioni, di fare dei conti: il
risultato è l’astensione prudenziale dall’investire e assumere.
Se la domanda effettive è
CRESCENTE l’incertezza DIMINUISCE e questa situazione spinge l’imprenditore ad
investire. È possibile, quindi, raggiungere un EQUILIBRIO DI SOTTO-OCCUPAZIONE:
la produzione viene venduta, ma le risorse K (lavoro) e L (liquidità) non sono
pienamente impiegate. Questo cosa vuol dire? Che si può stare bene anche non
impiegando tutta la liquidità né tantomeno tutto il lavoro.
Quali sono i problemi che
bloccano la crescita economica?
- Il
mercato del lavoro non è flessibile a causa di sindacalizzazione, di
salari d’efficienza (più elevati del livello di mercato per non perdere i
lavoratori esperti);
- Il
mercato dei beni è rigido in quanto l’assetto oligopolistico impedisce il
ruolo riequilibrante dei prezzi -- > la politica monetaria ha efficacia
solamente in condizioni di CERTEZZA -- > investimenti pubblici per la
ripresa.
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