venerdì 21 novembre 2014

19^ LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA.

In questa lezione parleremo ancora di Marx, del Cattolicesimo sociale, dell'anarchismo, dei keynesiani e della macroeconomia.

Fatturato – costi esterni = Valore aggiunto Plusvalore.

Plusvalore – costo del lavoro = reddito lordo che va a remunerare il capitale.

Reddito lordo – interessi passivi (banche) = profitto che va solamente ai soci.

Marx chiarisce come il profitto vada spartito tra capitale e lavoro.

IMPIEGHI
Immobilizzazioni (prese le fonti e poi investite, frutto degli investimenti

Magazzino
                      } CAPITALE CIRCOLANTE
Crediti
FONTI
Capitale Proprio o Netto (capitale dei soci)

Capitale di Terzi (banche o altri finanziatori)

Debiti
Il Capitale Circolante è quell’impiego che si rinnova continuamente (es. magazzino);

Il Capitale Immobilizzato ci mette parecchio a tornare liquido (es. macchinario).

PER MARX:
KFIX = capitale fisso (capitale immobilizzato);
KCIR = capitale circolante.

Le imprese tendono ad investire molto per ridurre i costi di produzione e così facendo alterano la composizione organica del capitale: coc = KFIX / KTOT

Il KTOT si configura come la somma tra KFIX e KCIR.

Per Marx, inoltre, i profitti derivano solamente dal capitale circolante, ovvero quel capitale con cui permettiamo che l’azienda vada avanti (salari…). Tendenzialmente, quindi, le aziende aumenteranno il KFIX. Aumentando il Capitale Fisso, però, diminuisce il Capitale Totale.
Ma che reddito riesco ad ottenere con il mio investimento totale? Lo so grazie a questa frazione:
Reddito Lordo / KTOT. Questo è il SAGGIO DI PROFITTO.

Il rapporto tra capitale fisso e capitale totale aumenta solamente perché le aziende, per farsi concorrenza, aumenteranno il denaro da investire in nuovi macchinari e diminuiranno le quantità di denaro da investire in salari. -- > CADUTA TENDENZIALE DEL SAGGIO DI PROFITTO -- > VISIONE PROFETICA DI MARX DELLA CRISI DEL CAPITALISMO.

  1. È IL LAVORO CHE GENERA PLUSVALORE.
  2. LE MACCHINE SERVONO SOLO AD AUMENTARE LA PRODUTTIVITA’ DEL LAVORO.
  3. È INUTILE AUMENTARE MACCHINARI E DIMINUIRE LE ORE DI LAVORO PERCHE’ NON SI GENERA PLUSVALORE (e quindi profitto).
  4. BASSO COSTO DEL LAVORO -- > ALTA DISOCCUPAZIONE -- > SCOPPIO DELLA RIVOLUZIONE.

CATTOLICESIMO SOCIALE

Si divide in due correnti: una BORGHESE (Perin) e l’altra ARISTOCRATICA (De la Tour du Pin, Ketteler, Voegelsang…). Si lega ad una filosofia tomistica, nasce il neotomismo che è una filosofia sociale -- > teoria della società -- > giustizia sociale -- > ordine economico che si contrappone al liberalismo e al socialismo.
Ha una visione abbastanza paternalista, tutela, aiuto e collaborazione fra classi alte e basse. Priorità al lavoro, all’associazionismo. Si radica la scuola di pensiero di Giuseppe Toniolo che si sviluppa soprattutto nella scuola etico-giuridica dell’economia padovana.
Libertà dell’uomo sì, ma all’interno di una serie di vincoli. Sarà Giuseppe Toniolo ad affermare la centralità del lavoro e la subordinazione del capitale al lavoro. Tutti quelli che hanno affermato ciò, hanno sostenuto i movimenti cooperativi.
Nascono in questo periodo anche le banche popolari, in risposta all’assenza del capitale finanziario.

ANARCHISMO

Influenzato fortemente da Feuerbach. Proudhon, inserito nel positivismo, è un anarco libertario che ribadisce il ruolo della giustizia sociale e la possibilità di garantire processi di mercato virtuosi. È il pronunciatore della famosa frase “la proprietà è un furto”: egli non se l’era presa con la proprietà privata, ma era contro ogni forma di dominio dell’uomo sull’uomo (riconosce che ci sono beni pubblici e propone un servizio civile che produca quei beni che servono alla collettività).

I KEYNESIANI E LA MACROECONOMIA

Scuola “liberal” di Cambridge, critica la legge degli sbocchi e del laissez-faire. Keynes scrisse le sue opere nel 1929, dopo la BIG DEPRESSION, ma le sue idee erano state elaborate in precedenza.
La libera iniziativa non porta al massimo sfruttamento delle risorse, né a percorsi di crescita sostenuti. Dal 1871 agli anni ’20 l’economia neoclassica cresce e si sistematizza. Keynes, invece, riparte dalla visione classica, cioè da VARIABILI AGGREGATE (nasce la MACRO-ECONOMIA). Dà un contributo alla organizzazione dei concetti dai quali successivamente nascerà la contabilità nazionale e la definizione di PIL. In contrapposizione con la legge degli sbocchi di Say, Keynes si sofferma sulla DOMANDA EFFETTIVA. Egli ha un approccio pragmatico, partendo, cioè, da quello che vede.
DOMANDA EFFETTIVA: è la reale domanda espressa in un’unità di tempo. È la percezione che gli imprenditori hanno della domanda che determina il livello di offerta. L’imprenditore, avendo percepito questa potenziale domanda, assume e investe o meno. I processi economici, quindi, avvengono nel tempo (non sono A-TEMPORALI ed ASTRATTI). La domanda effettiva si compone di CONSUMI e INVESTIMENTI. Naturalmente, per tutte queste divergenze, Keynes non si può in alcun modo paragonare a Say.
INCERTEZZA: nessun economista, neoclassico o classico, ne parlava APERTIS VERBIS. Si configura quando non siamo in grado di prevedere la domanda di un determinato bene. Riguarda sia il livello monetario (domanda di LIQUIDITA’) che il livello reale (INVESTIMENTI). È fondamentale, dunque, che si profili la stabilità (più importante ancora della LIBERTA’). Dobbiamo essere messi nelle condizioni di fare delle previsioni, di fare dei conti: il risultato è l’astensione prudenziale dall’investire e assumere.
Se la domanda effettive è CRESCENTE l’incertezza DIMINUISCE e questa situazione spinge l’imprenditore ad investire. È possibile, quindi, raggiungere un EQUILIBRIO DI SOTTO-OCCUPAZIONE: la produzione viene venduta, ma le risorse K (lavoro) e L (liquidità) non sono pienamente impiegate. Questo cosa vuol dire? Che si può stare bene anche non impiegando tutta la liquidità né tantomeno tutto il lavoro.

Quali sono i problemi che bloccano la crescita economica?
  1. Il mercato del lavoro non è flessibile a causa di sindacalizzazione, di salari d’efficienza (più elevati del livello di mercato per non perdere i lavoratori esperti);
  2. Il mercato dei beni è rigido in quanto l’assetto oligopolistico impedisce il ruolo riequilibrante dei prezzi -- > la politica monetaria ha efficacia solamente in condizioni di CERTEZZA -- > investimenti pubblici per la ripresa. 

Nessun commento:

Posta un commento