In questa lezione parleremo della curva di domanda ad angolo, della concorrenza monopolistica, della reazione al liberalismo e introdurremo Sismondi.
I più famosi anti-trust della
storia sono quelli americani e tedeschi. Fu poi istituito anche in Italia che
riduce la anti-concorrenza (garantisce che non si creino accordi d’impresa per
limitare la concorrenza con altre imprese). La variabile FONDAMENTALE è il
vantaggio di una azienda (o più aziende) su altre (prive di potere di mercato).
LA CURVA DI DOMANDA AD ANGOLO è
la curva di domanda di un’impresa che varia a seconda che l’impresa alzi o
abbassi i prezzi del bene che vende (stiamo parlando di OLIGOPOLI). Spesso, se
fanno accordi, essi sono IMPLICITI (perché se fossero espliciti sarebbero
sanzionate dall’ANTI-TRUST -- > sarebbero accordi COLLUSIVI). Anche se fanno
tacitamente questi accordi, spesso c’è il rischio che comunque tale comportamento
sia giudicato collusivo.
Il monopolio, naturalmente, è contrario allo spirito liberale. Gli
iper-liberali si sono posti il problema se sia più importante o se sia
preferibile che vi sia un’azione coercitiva degli organismi pubblici per
garantire l’orizzontalità del mercato o se, da buoni liberali, è meglio che il
mercato non abbia nessun controllo.
Il problema per un
anarco-liberale è proprio questo dilemma. Preferisco la garanzia di un mercato
orizzontale, grazie all’intervento di autorità, oppure preferisco l’assenza di
poteri da parte dello stato che vadano a svuotare di diritti e beni le aziende?
Ricorda che l’oligopolio (così come il monopolio e il duopolio) riguardano le
grandi imprese. L’assegnazione di monopoli è fondamentale (posizione della
scuola di Chicago).
LA CONCORRENZA MONOPOLISTICA
La concorrenza monopolistica
riguarda prevalentemente la piccola e media impresa, in particolare il settore
dei beni largo consumo di qualità. Le imprese, innovando il prodotto, sondano
potenziali gusti dei clienti (le creano e li inducono anche). Un bene di
successo si produce bene e con guadagni elevati. Nel breve periodo, quindi,
riescono a crearsi una rendita. Quindi:
Miglioria del
prodotto -- > rendita -- > extra guadagno -- > anche le altre imprese
tendono a copiare -- > erosione margini di profitto -- > nuovo prodotto,
nuova tecnologia -- > rendita -- > extra guadagno…
Il tutto è affidato al buonsenso
dell’imprenditore che inducono la domanda del consumatore.
LA REAZIONE AL LIBERALISMO
Il liberalismo si era sviluppato
per difendere il principio del laissez-faire ed aveva come scopo di infondere
la fiducia nei meccanismi di auto-equilibrio del libero mercato.
Con questo non si intende un
anti-liberalismo, ma una correzione: secondo questi economisti il liberalismo
non garantiva giustizia sociale. Non si deve formare una civiltà in cui si
formano super-ricchi e miserabili, perché allora vengono meno gli ideali della
società liberale (deve essere una società piccolo-borghese).
Tutti, infatti, devono avere
capacità di scegliere e acquistare. Le reazioni sono diverse:
- Socialisti (è una categoria molto ampia, parte da un ideale sociale – salute della società che viene prima della ricchezza) l’argomentazione a favore di schemi socialisti è sempre su base scientifica;
- Nazionalismo
romantico e Socialismo nazionalistico (diverse connotazioni, influenzato
da pensatori che in parte si rifanno a pensiero del passato comunitario,
in parte guardano ad interessi nazionali);
- Comunisti
(Marx è l’ultimo dei classici ed effettua un’analisi del capitale che
rimane ancora oggi fondamentale);
- Liberal-conservatori
o liberalismo etico o sociale (meglio tenerlo separato dal punto 5, non
hanno una base teorica di tipo individualistico ma più “sociale”, ci sono
diversi personaggi di spicco);
- Cattolici
sociali;
- Anarchici.
JEAN CHARLES LEONARD SISMONDE DE
SISMONDI
Approfondisce il legame tra
produzione e distribuzione: contesta la legge degli sbocchi. La disuguaglianza,
diceva lui, non è utile alla crescita e al benessere, ma è solo funzionale alla
ricchezza di pochi.
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