martedì 18 novembre 2014

17^ LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA.

In questa lezione parleremo della curva di domanda ad angolo, della concorrenza monopolistica, della reazione al liberalismo e introdurremo Sismondi.

I più famosi anti-trust della storia sono quelli americani e tedeschi. Fu poi istituito anche in Italia che riduce la anti-concorrenza (garantisce che non si creino accordi d’impresa per limitare la concorrenza con altre imprese). La variabile FONDAMENTALE è il vantaggio di una azienda (o più aziende) su altre (prive di potere di mercato).

LA CURVA DI DOMANDA AD ANGOLO è la curva di domanda di un’impresa che varia a seconda che l’impresa alzi o abbassi i prezzi del bene che vende (stiamo parlando di OLIGOPOLI). Spesso, se fanno accordi, essi sono IMPLICITI (perché se fossero espliciti sarebbero sanzionate dall’ANTI-TRUST -- > sarebbero accordi COLLUSIVI). Anche se fanno tacitamente questi accordi, spesso c’è il rischio che comunque tale comportamento sia giudicato collusivo.
Il monopolio, naturalmente, è contrario allo spirito liberale. Gli iper-liberali si sono posti il problema se sia più importante o se sia preferibile che vi sia un’azione coercitiva degli organismi pubblici per garantire l’orizzontalità del mercato o se, da buoni liberali, è meglio che il mercato non abbia nessun controllo.
Il problema per un anarco-liberale è proprio questo dilemma. Preferisco la garanzia di un mercato orizzontale, grazie all’intervento di autorità, oppure preferisco l’assenza di poteri da parte dello stato che vadano a svuotare di diritti e beni le aziende? Ricorda che l’oligopolio (così come il monopolio e il duopolio) riguardano le grandi imprese. L’assegnazione di monopoli è fondamentale (posizione della scuola di Chicago).

LA CONCORRENZA MONOPOLISTICA
La concorrenza monopolistica riguarda prevalentemente la piccola e media impresa, in particolare il settore dei beni largo consumo di qualità. Le imprese, innovando il prodotto, sondano potenziali gusti dei clienti (le creano e li inducono anche). Un bene di successo si produce bene e con guadagni elevati. Nel breve periodo, quindi, riescono a crearsi una rendita. Quindi:
Miglioria del prodotto -- > rendita -- > extra guadagno -- > anche le altre imprese tendono a copiare -- > erosione margini di profitto -- > nuovo prodotto, nuova tecnologia -- > rendita -- > extra guadagno…
Il tutto è affidato al buonsenso dell’imprenditore che inducono la domanda del consumatore.  

LA REAZIONE AL LIBERALISMO
Il liberalismo si era sviluppato per difendere il principio del laissez-faire ed aveva come scopo di infondere la fiducia nei meccanismi di auto-equilibrio del libero mercato.
Con questo non si intende un anti-liberalismo, ma una correzione: secondo questi economisti il liberalismo non garantiva giustizia sociale. Non si deve formare una civiltà in cui si formano super-ricchi e miserabili, perché allora vengono meno gli ideali della società liberale (deve essere una società piccolo-borghese).

Tutti, infatti, devono avere capacità di scegliere e acquistare. Le reazioni sono diverse:
  1. Socialisti (è una categoria molto ampia, parte da un ideale sociale – salute della società che viene prima della ricchezza) l’argomentazione a favore di schemi socialisti è sempre su base scientifica;
  2. Nazionalismo romantico e Socialismo nazionalistico (diverse connotazioni, influenzato da pensatori che in parte si rifanno a pensiero del passato comunitario, in parte guardano ad interessi nazionali);
  3. Comunisti (Marx è l’ultimo dei classici ed effettua un’analisi del capitale che rimane ancora oggi fondamentale);
  4. Liberal-conservatori o liberalismo etico o sociale (meglio tenerlo separato dal punto 5, non hanno una base teorica di tipo individualistico ma più “sociale”, ci sono diversi personaggi di spicco);
  5. Cattolici sociali;
  6. Anarchici.

JEAN CHARLES LEONARD SISMONDE DE SISMONDI
Approfondisce il legame tra produzione e distribuzione: contesta la legge degli sbocchi. La disuguaglianza, diceva lui, non è utile alla crescita e al benessere, ma è solo funzionale alla ricchezza di pochi.

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