mercoledì 19 novembre 2014

18^ LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA.

In questa lezione parleremo di Sismondi, Friederich Lis, del socialismo della cattedra / storicismo tedesco e Carlo Marx.

La questione sociale -- > partiti politici che si aggregano attorno ad una medesima idea politica. La questione sociale, quindi, è la questione di masse di persone sottopagate o disoccupate, che non avevano un’esistenza dignitosa. Tipico della politica dell’800. Su questa base si formano le “risposte al capitalismo”.
Il sistema capitalistico, quindi, non produce benessere per tutti.

SISMONDI (continua…)

Tendenzialmente era un liberale moderato, aveva espresso i suoi dubbi sulla rivoluzione francese. Finirà in prigione proprio per il suo essere liberale e soprattutto perché si schiererà con Napoleone durante i suoi 100 giorni.
“I principi di economia politica” -- > testo molto liberale -- > “I NUOVI principi di economia politica (1819)”
--> meno liberale, lega produzione alla distribuzione.  Contesta la legge degli sbocchi (la legge di Say) -- > garantiva la produzione a pieno regime (piena occupazione dei fattori). Se l’offerta automaticamente crea domanda, non è rilevante come distribuiamo il reddito (la distribuzione del reddito diventa un NON PROBLEMA). Sismondi, infatti, riteneva che bisognava distribuire equamente il reddito -- > tendenza innata alla sovrapproduzione (o sovra consumo, dipende dalle varie formulazioni della teoria). Per tutto l’800 questo sarà il problema vero, poi risolto dal Fordismo americano.
Negli ultimi anni si sta tornando a questa tendenza tipica dell’800. Ci sono tre cause di queste crisi cicliche:
-        Tendenza innata alla sovra distribuzione, dovuta alla cattiva distribuzione del reddito (si dà reddito maggiore a chi non ne ha bisogno, e non ai lavoratori, che sarebbero i consumatori). Paradossalmente sono stati gli Americani liberal-repubblicani ad averci insegnato la tecnica giusta per far crescere l’economia;
-        L’azione dei governi, invece di compensare la crisi, tende a generarle o ad amplificarle con spese militari. Tutto questo generava disoccupazione (dopo una guerra, il soldato rimaneva disoccupato, e, automaticamente, anche chi garantiva il suo sostentamento).
-        Il settore bancario e finanziario è un’ulteriore fonte di crisi in quanto tende sistematicamente a prestare i capitali ad investimenti speculativi rischiosi invece che alle attività produttive.
Sismondi sarà molto importante per il cattolicesimo sociale, per il liberalismo etico…

FRIEDERICH LIST (1841 – Das nationale System der politischen Ökonomie)

È una figura abbastanza importante, determinante nello sviluppo tedesco e americano. Costretto ad espatriare per motivi politici, si rifugia negli Stati Uniti. Lì fa il giornalista e si trova nel pieno del dibattito sul protezionismo USA. Il sud agricolo, infatti, aveva un’economia molto forte (anche a causa dello schiavismo), basata sull’agricoltura, piuttosto florida. La produzione si concentrava su grano e cotone a costi bassi e competitivi.
Essi esportavano molto, per garantirsi grandi profitti. Il nord degli USA cominciava a sviluppare le prime industrie. I prodotti inglesi facevano, tuttavia, facile competizione ai prodotti statunitensi. Il nord voleva una relativa chiusura del mercato (dazi per proteggersi dai prodotti europei). Il conflitto fra nord e sud, quindi, si configura come una guerra economica. List prende proprio la difesa del nord industriale. Gli USA avrebbero dovuto prendere provvedimenti per difendere le aziende locali da quelle estere che erano più efficienti.
Le industrie americane, infatti, diventeranno competitive 50 anni dopo. Supereranno la soglia di competitività con l’Inghilterra grazie a queste misure protezionistiche (è una protezione MIRATA, volta a sviluppare l’industria, che si configurava come molto promettente).
Ritornato in Germania da personaggio attivo, lavorerà attivamente per garantire lo Zollverein (unione doganale). È un processo di liberalizzazione, ma anche di protezione mirata quelle Nazioni più sviluppate e competitive. Ciò consentirà alla Germania di sviluppare il sistema industriale più competitivo. Il tutto grazie ad un progetto politico, in cui si garantiva la costruzione delle istituzioni nazionali.

IL SOCIALISMO DELLA CATTEDRA / STORICISMO TEDESCO

È un socialismo di destra, non conservatore, ma nazionalistico. Spesso si parla di storicismo (Roscher, Knies, Schmoller…); Socialismo di cattedra (Wagner, Schaffle…). C’è anche qualche influenza del CAMERALISMO. Anche in Germania si presenta una rottura, dopo l’edizione dell’opera di Adam Smith (che rompeva col cameralismo).
Fondono elementi di liberalismo, di romanticismo conservatore e di socialismo nazionalista. Ma cosa vuol dire ECONOMIA ETICA (sinonimo per questa corrente)?
Significa non scollegare gli effetti della teorizzazione scientifica dalla politica (che deve agire sulle istituzioni sulle quali si fonda il sistema economico). Questo, infatti, determina tutte le istituzioni di una Nazione, su cui si fondano i processi economici. Le istituzioni possono determinare lo sviluppo di un settore piuttosto che un altro, la distribuzione del reddito…
Dunque l’idea fondamentale è: la conoscenza dei principi che governano l’economia può avvenire per induzione, studiando le forme di sviluppo e declino delle civiltà e dei popoli e non per deduzione da una teoria assiomatica.

I processi economici, dunque, non sono separabili da processi sociali e politici -- > ORDINE ECONOMICO (interazione fra domanda ed offerta, armonia fra strategia del governo, distribuzione del reddito…). Non c’è, tuttavia, nessuna pianificazione statale, ma le istituzioni nascono e si determinano (ovvero, sviluppano dei compiti) automaticamente.
Le cause dello sviluppo economico, quindi, sono da ravvisarsi nei fenomeni etici e culturali (VOLKSGEIST -- > spirito del popolo). Lo stato etico, quindi, è garante delle condizioni dello sviluppo economico.

STATO ETICO (in Adam Smith è il governo che deve garantire il diritto): in queste teorizzazioni si guarda proprio allo Stato, cioè all’insieme di ISTITUZIONI che devono garantire crescita e miglioramento del benessere (soprattutto in Germania, lo Stato nascerà come istituzione che garantirà la distribuzione del reddito).  Nel 1883, infatti, le pensioni, le assicurazioni etc. etc. nascono in Germania…ma in ritardo! Perché il cattolicesimo aveva cercato in tutti i modi di bloccare questa forma in cui lo Stato è al centro e si fa garante di queste forme di previdenza sociale. Metà del consiglio di sorveglianza era fatto di lavoratori!

In Italia questo non è avvenuto perché i comunisti si erano opposti con le unghie e con i denti.  
Questa forma di Stato è alla base del WELFARE STATE (che nasce, quindi, in Germania). Adolf Wagner fu colui che teorizzò in senso antiliberale come sia molto importante ridurre i gradi di libertà, per aumentare un coordinamento economico utile allo sviluppo di tutti i settori (aumentare efficienza produzione). La regola, infatti, riduce la libertà (NON E’ LO STATO A RIDURRE LIBERTA’).

CARLO MARX

Contrariamente a Ricardo, sostiene che non c’è differenza fra rendita e profitto. Si inserisce in un clima già dominato da idee socialiste. Di Marx conosciamo le opere filosofiche, la sua amicizia (e successiva inimicizia) con Proudhon, ma soprattutto il CAPITALE.
Torniamo alla visione STOCK e colleghiamola con il FLUSSO. Marx sostiene che i capitalisti sono i redditieri dell’economia capitale. Rimane, quindi, una frattura tra CAPITALE e LAVORO. È, dunque, una divisione che ha senso? Verrà assunta dai neoclassici ed è una visione fondamentale, che fa riferimento alla proprietà, alla remunerazione del lavoro, della distribuzione del reddito…
Il punto di vista di Marx fa riferimento al CAPITALISMO STORICO: la visione di Marx nell’interazione fra economia e società è uguale al rapporto economico che determina le istituzioni statali. ATTENZIONE PERO’: L’idea del materialismo storico è molto diversa.
PLUSVALORE: è il valore generato dalla produzione, ovvero quello che supera il valore delle risorse usate per ottenere questa produzione. Va a remunerare il lavoro e il capitale: quest’ultimo si insinua e tende ad appropriarsi di una fetta di questo plusvalore.
IL LIVELLO SALARIALE: molta disoccupazione = redditi molto bassi. Chi lavora per di più, viene licenziato per chi è affamato di denaro ed è disposto a lavorare anche per molto meno.
Marx non guarda molto alle regole del mercato del lavoro o della proprietà, ma al profitto (che è residuale dopo aver pagato i lavoratori).
Infatti per Marx:

FATTURATO – COSTI ESTERNI = PLUSVALORE.

PLUSVALORE – COSTO DEL LAVORO (W) = REMUNERAZIONE DEL CAPITALE (PROFITTO, che può andare alle banche, che hanno precedentemente investito nell’impresa, o ai capitalisti, proprietari dell’impresa).

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