Con questo
dipinto Botticelli dimostra cosa sia un processo giusto, rappresentando un
processo ingiusto. Il tempo è indefinibile: è scena mitologica e le figure
allegoriche sono quantitativamente superiori alle figure reali del processo.
Questa descrizione iconografica non è sufficiente: la mera descrizione ci
consente di descrivere il quado o di identificare lo stile del pittore. Una
lettura iconologica permette di dare un’interpretazione al contenuto e al
messaggio del dipinto.
ICONOLOGIA:
termine utilizzato per la prima volta da Cesare Ripa. Egli fa una carrellata di
immagini mitologiche per rappresentare un quid (siamo alla fine del 500). Altri
studiosi e critici dell’arte tedeschi del 900 affermano che la storia non è
solo appannaggio dell’arte, ma anche storia dei simboli. Il quadro è manifestazione
di un contesto culturale, che è caratterizzato da un timbro, da un segno di
distinzione (è la traccia culturale, ENGRAMMA). Questa forma dell’essenza
culturale è pathos, produce una emozione. L’essenza, l’engramma di questo
quadro, è la ripresa della classicità, del concetto di CLASSICO. Per arrivare
ad una corretta lettura iconologica di questo quadro identifica tre nozioni
fondamentali:
-
Concetto storico: ciò che riguarda la storia dei
romani e, soprattutto, dei greci (antichità). Uso un modello classico per
riproporlo in epoca moderna (il dipinto è risalente agli ultimi anni del 400).
Antico si contrappone a “moderno”, è una distinzione abbastanza tradizionale. Moderno,
in questa epoca, indica ciò che è nuovo (moderno, infatti, è un termine che indica
la nascita dell’età moderna, che parte dalla fine del 400 e abbraccia quasi
tutto il 900). Questa idea di moderno deriva dall’avverbio “modo”, ovvero ciò
che è continuamente NUOVO. Accanto a questa idea si affianca il concetto di
“progresso” (che si oppone alla non mutabilità del classico).
-
Con l’idea di classico si intende riferirsi ad
un esempio, un paradigma, ciò che merita di essere segnalato perché migliore di
altro (CLASSICUS = termine usato da Aulo Gellio, II sec. d.C., il quale dice
che bisogna studiare gli scrittore di “prima classe”). Nella Roma arcaica,
infatti, la prima classe è la classe più importante: questo termine deriva dal
termine latino CLASSIS, che indica la flotta (che era fondamentale per
quell’epoca). Nella calunnia del Botticelli si vede la classicità nel racconto
mitico. Quando Aulo Gellio ci dice ciò, ci sta anche dicendo chiaramente che
dobbiamo studiare i testi mitici. È chiaro che la filosofia rinascimentale più
diffusa è quella NEOPLATONICA. Il mito è un racconto esemplare, fatto per
comprendere un simbolo, un contenuto. Botticelli non era solo un bravo pittore:
egli era anche uno studioso, un pittore che voleva esprimere per simboli il
senso di un’epoca.
-
Concetto durevole, che permane: si manifesta
continuamente, ciò che è tradizione, ciò che è tradizione in una sfera storica.
Permane in quanto dotato di autorevolezza, in quanto attuale. Proprio l’idea
del movimento non cambia: il dinamismo è molto particolare. Il processo è un
insieme di discorsi che si dimostrano in un insieme di azioni. Dialettica =
aspirazione alla totalità. Il neoplatonismo considera il pensiero dialettico
come principale modo di pensare in modo dinamico, attivo. L’uomo classico
guarda all’oggetto immobile come ad un oggetto anch’esso in movimento.
Il
pensiero dialettico è vicino a ciò che è eterno, è sempre vicino ad una
esistenza tesa, attiva, alle volte drammatica. Il dialogo è dato da una
opposizione, da una tensione, infatti, tra due opinioni.
Vi sono
vari contrasti nel dipinto:
-
Concitazione dei primi due gruppi dei personaggi
e quelli sulla sinistra;
-
Uomini i protagonisti, donne le figure
allegoriche;
-
Vi sono intersezioni geometriche contrastanti
(tutte le braccia sono verso il basso, tranne quello della verità che è verso
l’alto);
-
I vestiti sono caratteristici di certe figure,
mentre altre figure sono nude (Verità e calunniato);
-
I capelli della Calunnia sono perfettamente
acconciati, all’opposto del calunniato, trascinato per i capelli e scapigliato;
-
Spazio e Verità sono immobili e sereni, all’opposto
rispetto alla scena;
-
Le figure sulle colonne sono diverse (sullo
sfondo personaggi biblici, in primo piano personaggi mitici): questo movimento
voleva conciliare ciò che era pagano, greco, e ciò che era cristiano.
Botticelli
recupera il classico: forma storica; ciò che è classico è ciò che è esemplare;
senso teoretico (ciò che è destinato a durare): è destinato a durare ciò che ci
viene insegnato dalla filosofia.
Ma cos’è
che rimane dal punto di vista giuridico? Il processo è infinito, è immutabile:
l’ingiustizia è rappresentabile attraverso il suo opposto e con il mito. L’assenza
della verità nel processo è il messaggio che Botticelli vuole trasmettere
attraverso questo episodio.
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