venerdì 17 aprile 2015

13^ LEZIONE DI FILOSOFIA DEL DIRITTO.

Pensiero di Kelsen
TEORIA GENERALE DEL DIRITTO DI HANS KELSEN: opera tra gli anni 30 e 70 del 900 e influisce sulla teoria del diritto che tuttora si studia in Europa. Si è già dimostrato che il diritto costituzionale è derivato dal tributario. Kelsen diventa studioso del diritto nel corso di sviluppo della sua opera. Era nato a Praga e lavora a Vienna. La sua presenza è fondamentale: a Vienna Kelsen opera in un’epoca in cui ci sono scienziati molto famosi, logici, matematici (Goëdel, amato da Einstein). Il suo pensiero fu giuridico ma anche politico: la teoria generale del diritto e si basa sulla teoria generale della norma. La sua teoria può essere presentata come nomostatica: teoria generale della norma positiva (giuspositivismo). La nomostatica viene ad essere facilmente illustrata quando si presuppone di esaminare l’opera di Kelsen in base a due risposte a due domande:
-        Quando una norma è giuridica?
-        Quando una norma giuridica è positiva?
1.     La norma è giuridica quando
o   è pura, priva di elementi estranei al suo oggetto e, quindi, consente di elaborare una teoria “pura” del diritto. Teoria pura del diritto significa depurata di altri elementi che non siano appartenenti al diritto. Quali sono tali elementi estranei? Esistono norme, regole, comportamenti che non sono giuridiche?
o   Una norma è giuridica quando contiene una prescrizione e una sanzione (la norma deve essere COATTIVA). Se si viola il comando si applica la sanzione: la teoria pura del diritto si configura quando la norma non è mescolata a norma etica, in quanto contiene una sanzione coattiva. Si possono considerare sinonimi questi termini.
o   V’è una terza risposta secondo Kelsen: la norma è giuridica in quanto riguarda l’ambito del dover essere, non dell’essere. Deve riguardare il campo della prescrizione, l’ambito del dovere. Kelsen dice che la norma è giuridica in quanto la norma stessa è prescrittiva, non DESCRIVE. Kelsen vorrebbe richiamare, con questa distinzione, la prospettiva relativa alla legge di Hume: costui avrebbe detto che il campo del dovere essere deve essere separato dal campo dell’essere, in quanto non è possibile dedurre prescrizioni da descrizioni. Questa tesi indimostrata di tale separazione è stata la radice di molti sviluppi dell’epoca moderna e contemporanea. Questa separazione provoca una separazione tra l’astrazione e la realtà.
o   La quarta risposta è: la norma giuridica è regolata dal principio di imputazione, così come la natura è regolata dal principio di causalità. L’imputazione è il collegamento logico tra prescrizione e sanzione: alla violazione della prescrizione consegue l’applicazione della sanzione. Questo collegamento tra prescrizione e sanzione avviene nel separato campo dell’essere: causa -- > effetto. Nel diritto si può dedurre la sanzione dalla violazione della prescrizione. Questo rapporto è espresso da un principio che si trova nel ragionamento geometrico ottocentesco: “se…allora…” (se Tizio commette furto, allora sarà punito con…). Il metodo che utilizza Kelsen, quindi, un sistema scientifico, analitico, scomponente.
2.     Quando una norma è positiva? Che cos’è una norma positiva?
o   Diritto positivo, posto, IMPOSTO da un’autorità politica, scritto, stabilito in certe forme. La norma giuridica è una norma positiva quando si è presentata in un modo particolarmente stabilito. Ciò che conta è la forma.
o   La norma è positiva quando è stata prodotta secondo una regola del tutto determinata.
o   La positività della norma è data dal metodo, dalla procedura: la norma è positiva se posta con procedura specifica. Questo è il metodo analitico.
La norma giuridica positiva deve essere coerente con la legge fondamentale dello stato preso in esame. La legge è qualcosa di esteriormente visibile, scritto. È una teoria NOMOSTATICA, che definisce la norma nella sua staticità.
Kelsen poi si chiede come mai le norme abbiano dei rapporti fra loro: in che modo una norma può costituire un ordinamento?
LA NOMODINAMICA COME TEORIA GENERALE DELL’ORDINAMENTO GIURIDICO
È un tessuto di regole collegate tra loro: Kelsen dice che il diritto come ordinamento giuridico è un sistema di norme giuridiche, un insieme disciplinato di norme giuridiche. Kelsen si pone due domande: ma allora se il diritto è ordinamento come insieme di norme, quando una norma giuridica appartiene ad un ordinamento? Kelsen risponde con una serie di affermazioni:
1.     Una norma appartiene ad un ordinamento quando è coerente con la norma fondamentale (GRUNDNORM). Se non è coerente, non fa parte dell’ordinamento. Kelsen pensa a questo perché pensa ad una struttura dell’ordinamento per evitare norme ingiustificabili dal punto di vista formale.
2.     L’ordinamento giuridico, pertanto, è una costruzione a gradini, una scalinata. È una piramide. È una struttura gerarchica al vertice della quale c’è la norma fondamentale, a cui tutte le norme devono essere conformi (STUFENBAU).
MA COS’E’ UNA NORMA FONDAMENTALE?
1-     La norma fondamentale è un atto di volontà: v’è un soggetto che produce una norma fondamentale. La norma fondamentale come atto di volontà una posizione della fattispecie fondamentale di produzione del diritto, un punto di partenza. Ha un carattere dinamico formale, dalla norma fondamentale non si possono dedurre le singole norme, ma devono essere prodotte (atto di volontà). L’atto di volontà, nel caso della costituzione, è la volontà del potere costituente. È il prodotto che “viene fuori” dall’assemblea costituente. La norma fondamentale è l’atto di volontà del potere costituente. Questa è la definizione data di atto di volontà: nei testi si trova questa “volontà”, intesa come volontà di una persona fisica trasferita ad una persona giuridica. La volontà del potere costituente è l’incontro dei consensi che si scambiano i costituenti. La norma appartiene ad un ordinamento quando appartiene al potere costituente.
2-     La norma è una ipotesi logica: è una premessa che io rendo apodittica, cioè non la dimostro. L’ipotesi è un presupposto, fondamento ipotetico. La norma fondamentale attribuisce all’atto primo del legislatore il significato del dover essere, per il quale la condizione è legata alla conseguenza del diritto.
3-     È un presupposto trascendentale, noi supponiamo che ci sia la norma fondamentale. È trascendentale: è la parola che usa Kant per dire quali sono i presupposti fondamentali della conoscenza umana, che noi dobbiamo per forza postulare.

4-     La norma fondamentale è una finzione, una FINCTIO (creazione). È una norma semplicemente pensata, fittizia, presupposta con la mente, un senso di atto di volontà fittizio, non reale (sembra opposto al primo). Lo scopo concettuale è rendere valido e legittimo tutto l’ordinamento giuridico (frutto di elaborazione creativa della conoscenza umana). Le norme giuridiche sono oggettivamente vere nel momento in cui siano coerenti a questa finzione.

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