giovedì 1 gennaio 2015

33^ LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA.

In questa ultima lezione di economia politica parleremo delle politiche economiche di aggiustamento, della soluzione Keynesiana e di quella classica, delle politiche deflative e infine delle politiche inflazionistiche.

La BCE aveva e ha una tutela sull’euro volta ad evitare fenomeni inflazionistici. In assenza di politica fiscale europea, si devono creare delle politiche fiscali nazionali per evitare inflazione e raggiungere il c.d. pareggio di bilancio.
Il pareggio di bilancio, però, è solo un compromesso: si parla di 3% di DEFICIT. Quando si è entrati in crisi, il 3% si è ridotto allo 0,5%.

LE POLITICHE ECONOMICHE DI AGGIUSTAMENTO
Curve di domanda e offerta aggregata collegate con reddito prodotto e prezzo. Il reddito Y0 è detto REDDITO POTENZIALE o REDDITO DI PIENO IMPIEGO. Questo Y0 è un livello di produzione (ovvero REDDITO) che garantisce la piena occupazione N0 (cioè DISOCCUPAZIONE = 0).
L’equilibrio si trova in REDDITO Ye con prezzo Pe nel punto di intersezioni tra domanda e offerta aggregata.
Quindi tra Y0 e Ye c’è il c.d. OUTPUT GAP che in Italia è molto pronunciato. Ma cosa si può fare?

SOLUZIONE KEYNESIANA
Si aumentano le spese di governo (senza aumentare le tasse) in modo tale da fare passare la AD da AD ad AD’ aumentando il reddito sino a Yf.
Oppure si aumenta l’occupazione per diminuire la disoccupazione. Tuttavia aumenta l’inflazione (cioè Pe sale a PF).
Si aprono i mercati = si svaluta la moneta = elasticità rispetto ai prezzi dell’esportazioni e importazioni. Se abbiamo importazioni rigide (petrolio, gas…) e importiamo anche prodotti alimentari.

C’è anche un’altra soluzione: SOLUZIONE CLASSICA
Liberalizzazione del mercato del lavoro -- > w / P (salario reale) scende. Riduzione Costi Medi -- > offerta maggiore di beni a prezzi inferiori (AS si sposta verso destra). Si diminuisce, quindi, il prezzo del lavoro per aumentare l’offerta aggregata.
Ci può anche essere una SVALUTAZIONE INTERNA che permette di riguadagnare competitività riducendo i salari e il livello dei prezzi. Si parla di “svalutazione interna” perché svaluta il costo del lavoro e non comporta una svalutazione della moneta.
In sostanza:
-        O si aumenta la spesa e si diminuiscono le tasse;
-        O si aumentano le esportazioni o diminuiscono le importazioni, ottenibili con la svalutazione del tasso di cambio;
-        O gli interessi scendono e in teoria dovrebbero salire gli investimenti, ma in realtà le persone non lo investono (trappola liquidità).

DEFLAZIONE:
1)     Riduzione dei prezzi;
2)     Riduzione dell’indebitamento, con conseguente necessità di maggiore liquidità (per saldare i debiti);
3)     Riduzione della quantità di moneta, via una riduzione del credito;
4)     Riduzione della domanda aggregata per limitare l’espansione dei prezzi.
In generale, riduzione di AD con restrizione base monetaria. Ma anche riduzione debito pubblico e quindi politica fiscale restrittiva.

LE POLITICHE DEFLATTIVE
Sono condotte dalle autorità di politica monetaria o dai governi per garantire la solidità del sistema economico, la solvibilità degli attori e la sicurezza del capitale finanziario. In realtà penalizza le PMI.
Queste politiche tengono sotto controllo l’indebitamento (tassi di interesse bassi e non stampa moneta).


STRATEGIE DI POLITICA ECONOMICA
Politiche dei redditi: favorire la crescita dei salari in proporzione con la crescita della produttività. Garantiscono una equilibrata espansione della domanda.
Export led: tipiche dei pasi del Sud-Est Asiatico ma anche della Germania oggi. Si tengono i salari bassi e si tiene basso il cambio della valuta.
Economia deflazionistica: politica monetaria restrittiva, i salari aumentano in misura pari alla produttività.

POLITICHE INFLAZIONISTICHE
Si favorisce la crescita dei salari e della spesa pubblica per trainare la AD.

RISPOSTA ALLA CRISI
Neo-keynesiani: aumentare la liquidità, BCE come prestatore di ultima istanza e investimenti pubblici, cioè spesa pubblica qualificata finanziata con euro-bonds.
Post-keynesiani: BCE espande la liquidità e come prestatore di ultima istanza. Favorire aumento retribuzioni. Aumento spesa pubblica qualificata finanziata con emissione monetaria.
Visione liberale-rigorista: BCE mantenga politiche di rigore. Flessibilità e riduzione spesa pubblica. Capitalizzazione banche.

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