giovedì 1 gennaio 2015

30^ LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA.

In questa lezione parleremo delle diverse teorie della moneta.

Tasso di inflazione: tasso di mercato, che si muove in relazione a domanda ed offerta, a differenza dell’EURIBOR o dell’EONIA che invece sono pre-determinate.

LA TEORIA DELLA MONETA
Teoria molto antica, ci “misero le mani” anche gli astronomi. La prima grande teoria è la teoria quantitativa, elaborata anche da David Hume e poi perfezionata da Fischer. La quantità di moneta moltiplicata per la velocità con la quale la moneta circola, è uguale al livello dei prezzi per il volume delle transazioni.

M*V = P*T

La fallacia dove si trova? Nel fatto che la moneta viene intesa come quantità di monete d’oro. Girando numeratori e denominatori, si capisce che i prezzi sono funzione di V/T * M.
Dato che V/T è particolarmente costante nel medio periodo, la teoria ci diceva che il livello dei prezzi è funzione diretta della quantità di moneta circolante: si crea inflazione. Se aumento la moneta circolante OLTRE il necessario, questo genera automaticamente inflazione (aumento smisurato dei prezzi).
Anche la teoria di Cambridge (Cash Balance Approach) ci dice che la quantità di moneta è uguale ad un parametro K (costante, per fare quadrare i conti) più il livello dei prezzi moltiplicato per il PIL (si guarda al volume di produzione). Le autorità che governano la moneta, e quindi la banca centrale, sono convinte che per controllare il livello dei prezzi (perché non vogliamo inflazione) sia necessario diminuire la quantità di moneta in circolazione.
Naturalmente ci sono tante definizioni di M: moneta è tutto ciò che serve per liquidare un debito, per esempio. Ma di attività finanziarie liquide che possono essere utilizzate come mezzo di pagamento ce ne sono tante. Il vero problema è la trasferibilità di tale moneta.
-        M0 = moneta banconota (emesse da BCE) + moneta metallica (emesse dal TESORO del Ministero dell’Economia);
-        M1 = liquidità primaria (attività immediatamente impiegabili);
-        M2 = liquidità secondaria, M1 + attività di finanziarie caratterizzate da una grado di liquidità inferiore (depositi);
-        M3 = M2 + attività finanziarie (pronti contro termine, operazione attraverso la quale una banca vende ad un cliente non bancario una attività e si impegna a riacquistarla in una specificata data futura). Molto spesso questa teoria entra in grande contrapposizione con la teoria della moneta circolante di cui sopra;
-        L = M3 + altre attività liquide/liquidabili: accettazioni bancarie (BOT).

È difficile, tornando alla teoria quantitativa della moneta, individuare una delimitazione precisa tra ASSETS FINANZIARI che godono di diversa liquidità (con variazioni anche temporali). Inoltre, buona parte delle transazioni del sistema è di tipo finanziario e non reale.
Ø  C’è chi ritiene che la moneta sia passiva e chi attiva nel generare la crescita economica (M trainata da PIL oppure M spinge PIL);
Ø  C’è chi ritiene che una variazione di M tenda ad avere primariamente ripercussioni sui P e chi ritiene che prioritariamente vi possano essere effetti espansivi sulle quantità prodotte Y (Keynesiani);
Ø  C’è chi ritiene che gli effetti di un’espansione monetaria si generino a causa di una maggiore moneta in senso stretto (M0), chi ritiene che si ottenga attraverso un’espansione del credito (bancario o inter-impresa).
In clima di incertezza l’equazione si destabilizza. Ovvio che la BCE che l’immissione di nuove banconote nel mercato causino danni per l’economia reale.

LA TEORIA KEYNESIANA DELLA MONETA
Si distingue la domanda dall’offerta di moneta per trovare l’equilibrio del mercato monetario (LM). Il detenere moneta (domanda di moneta, diversa, quindi, dall’offerta di moneta, ovvero il denaro immesso dalle aziende) serve per sostenere le spese (alle famiglie per arrivare a fine mese e alle aziende per pagare i salari).
Domanda: Md: kY’ + v – hi
Vi sono tre componenti: 1) M per transazioni (frazione di Y: kY); 2) M precauzionale (v); 3) Mh speculativa (-hi) inversamente dipendente dal tasso d’interesse i nella proporzione h.
MONETA SPECULATIVA: esiste una ricchezza finanziaria Rf che può essere tenuta più o meno liquida:
Rf = Mh + Bd
La moneta Mh (speculativa) è la ricchezza liquida, i titoli Bd (Bond) sono la ricchezza immobilizzata.
-        Se il tasso di interesse (i) aumenta, gli individui tendono a ridurre Mh e ad investire in Bd una parte maggiore di Rf (ricchezza finanziaria);
-        Se il tasso di interesse (i) diminuisce, gli individui tendono ad aumentare Mh e a disinvestire in Bd.
(i) rappresenta perciò il costo-opportunità del detenere ricchezza in forma liquida.
Se l’incertezza è elevata, Mh aumenta a parità di i.

COME SI RAPPRESENTA L’OFFERTA DI MONETA?

Si vede che al crescere del tasso di interesse, l’offerta di moneta è controllata dalla banca centrale tramite OPERAZIONI sul mercato aperto con le quali la BCE acquista e vende titoli aumentando o riducendo la base monetaria.
1)     La banca centrale può anche utilizzare il tasso di sconto Ts con il quale sconta titoli delle banche commerciali per fornire loro liquidità (se aumenta Ts tende a frenare il credito e quindi Ms) -- > strumento con stesso effetto delle operazioni citate sopra;
2)     La banca centrale varia il tasso di riserva obbligatoria (ora non esiste più) delle banche commerciali.
In ogni caso l’offerta di moneta si espande, facendo abbassare il tasso di interesse. Se il TUS scende e il credito sale, l’offerta di moneta (Ms) aumenta e quindi l’EURIBOR scende.  
Altrimenti la BCE acquista titoli (Bond), mette in circolazione moneta e quindi i tassi (EURIBOR) cadono. L’aumento di moneta rischia di andare non sul credito, ma sui mercati finanziari a stimolare bolle.  

Nessun commento:

Posta un commento