mercoledì 3 dicembre 2014

24^ LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA.

In questa lezione parleremo di moltiplicatore del reddito e di investimenti.

Il risparmio è, dunque, un comportamento che le famiglie mettono in atto nel momento in cui i redditi sono incerti (si ha un comportamento previdenziale). In un clima di profonda incertezza le famiglie tendono al risparmio. Naturalmente la psicologia dell’attore economico è quella di avere certezza della disponibilità del denaro.
IL MOLTIPLICATORE DEL REDDITO
Cosa succede quando siamo un po’ bloccati in una situazione di sottoccupazione? Le condizioni sarebbero sicuramente migliori se ci fosse maggiore occupazione.
Immaginiamo un’economia chiusa (che non abbia rapporti con l’estero). La funzione di consumo 
è quella blu bassa: siamo fermi in Y2. Ma non è un punto ottimale (c’è buona disoccupazione). Cosa si potrebbe fare per cercare di uscire da questa trappola?
Bisogna far variare la componente autonoma della spesa (tornando alla formula: C = C* + cYd). Si parla di “autonoma” perché non è legata al reddito. C’è un consumo legato al livello del reddito e che mi dà una propensione a consumare che è una frazione del mio reddito, ma vi è anche una componente autonoma (C*). Se aumenta C*, il consumo arriva a C**, senza che cambi la propensione, marginale o media, al consumo. Abbiamo quindi bisogno di uno shock che induca a consumare di più indipendentemente dal reddito. Bisogna:

-        Far percepire agli imprenditori che la domanda cresce per

-        Aumentare la produzione. Come?

-        Consumando di più (anche in modo irrazionale).

-        = maggiore occupazione e conseguente benessere.

Qual è la logica? Essendo la funzione consumo meno inclinata rispetto ad Y, la variazione dei consumi ΔC è più piccola di ΔY (variazione dei consumi). Lo sviluppo della produzione è un multiplo dell’impulso del maggior consumo. Aumento di produzione PIU’ CHE PROPORZIONALE rispetto all’impulso dato.

Matematicamente si ottiene tramite differenziali. deltaY = deltaC* + delta cY

deltaY –delta cY = deltaC*

deltaY (1-c) = deltaC*

deltaY = deltaC* / (1-c)

Se pongo 1 / (1-c) = epsilon

deltaY = deltaC*epsilon

Con epsilon > 1 in quanto 0 < c < 1, quindi deltaY aumenta in misura maggiore di deltaC*.

SE c = 80% epsilon è 5 volte deltaC. Più elevato è l’effetto moltiplicatore, più conviene dare impulsi all’economia. Anche adesso sarebbe utile innescare un processo di crescita.

MA come stimolare questo aumento di domanda autonoma?

Un aumento di domanda può nascere da tre settori fondamentali:

-        Il settore privato (indebitandosi);

-        Il settore pubblico (Stato che spende di più, finanziariamente rimane l’attore più solido perché prende a prestito denaro a tassi più bassi);

-        Le esportazioni.


GLI INVESTIMENTI
Sono una variabile molto più instabile.
La spesa per investimenti si può caratterizzare in due modi diversi:
Visione neoclassica: gli investimenti dipendono dai rendimenti attesi e dal tasso di interesse. Chi investe confronta i rendimenti degli investimenti (quanto ci si può ricavare dagli investimenti), confrontando con il tasso di interesse. Da un punto di vista macroeconomico: ordiniamo gli investimenti possibili e realizzabili in funzione del rendimento dell’investimento (alti: J e bassi). Se l’imprenditore dispone del capitale liquido, il tasso di interesse è da prendere in considerazione perché così confronta J con il capitale investito in titoli sicuri che garantiscono un minimo di remunerazione.
In ordinata: interessi e rendimenti investimenti.
In ascissa: investimenti.
I0 = livello minimo di investimento. i0 = livello di interesse minimo. Sono le linee di demarcazione che fanno capire in che modo investire il mio denaro (sopra posso e a sinistra posso perché mi conviene).
Keynes dice che i ragionamenti neoclassici sono corretti, ma dice anche che questi ragionamenti, in un momento di profonda crisi, servono a poco. A causa dei tassi di interesse particolarmente bassi, però, e a causa dell’incertezza derivante dalla crisi, nessuno vuole più investire e prestare denaro a nessuno (trappola liquidità).
In presenza di incertezza profonda, la politica Keynesiana può avere effetto contrario al desiderato.
Dal punto di vista funzionale: I = d – bi (b è coefficiente che lega I ad i). Più aumenta il tasso di interesse, più diminuisce I. La nostra domanda diviene:

AD = C* + cY + d – bi o meglio: AD = cY + (C* + d – bi).c
  

Nessun commento:

Posta un commento