In questa lezione parleremo delle aspettative del mercato, della spirale recessiva e dello scarto inflazionistico; vedremo come si compone l'equazione di domanda aggregata secondo i Keynesiani e introdurremo i consumi.
Le aspettative relative sono
basate sull’estrapolazione dei dati sulle aspettative. Estrapolare una tendenza
significa che avremo una tendenza più o meno uguale a prima.
Aspettative:
-
Adattive (rispecchia la situazione attuale, se
la domanda aumenta l’imprenditore si muove in quella direzione, o viceversa --
> visione Keynesiana),
-
Razionali, si basano su un sistema equilibrio (è
difficile alterarlo, se tutti hanno la stessa idea di equilibrio).
Partendo da un punto di
equilibrio di riferimento, possiamo studiare due situazioni:
-
La spirale recessiva (decrescita): se gli
imprenditori al tempo T0 prevedono una domanda AD0 ed al tempo T1 verificano
che la domanda è inferiore alla produzione Y1, gli imprenditori licenzieranno
qualcuno per stare dentro alle spese, rallentando, così, la politica degli
investimenti. Nel T1 gli imprenditori predisporranno un valore di produzione
inferiore a Y1 per evitare “legnate”. Se la domanda è inferiore all’offerta, il
prezzo tende a scendere. Dunque:
o
L’imprenditore si trova con il magazzino pieno;
o
Ha minori profitti.
Immobilizzazione
di risorse e domanda. Tutto ciò tende ad avere una dinamica a spirale.
o
Meno ore di lavoro;
o
Il licenziato e il lavoratore rallentano i
consumi;
o
Rallenta ulteriormente la domanda aggregata.
Quando
l’economia si allontana da questo equilibrio, rallentano i consumi, la domanda
e la produzione. Questi rallentamenti sono chiamati CRISI:
o
Lente,
o
Veloci.
Situazione di
forte stallo e di sottoccupazione (lavoro e capitale).
-
Lo scarto inflazionistico (crescita forte): è
l’esatto opposto della spirale recessiva. Gli imprenditori realizzano uno
specifico volume di produzione e la domanda supera l’offerta. I prezzi
cominciano ad aumentare e all’imprenditore va bene perché aumentano i margini
di profitto. L’imprenditore, così, anticipa ricchezza.
Anche nel pensiero Keynesiano c’è
un punto di riferimento dell’equilibrio.
Equazione domanda aggregata: DA =
C(consumi) + I(investimenti) + G(interventi governo) + E(esportazioni) -
M(importazioni)
Equazione di equilibrio di
domanda ed offerta: DA = Y -- > risorse = impieghi -- > Y + M = C + I + G
+ E
Yd = reddito disponibile, reddito
che rimane dopo il prelievo fiscale = Y – T = C + S, quindi Y = C +
S(risparmio) + T(imposte)
Sostituendo questa formula nelle
prime due:
C + S + T = C + I + G + E – M
(S – I) + (T – G) + (M – E) cioè (S – I) = (G – T) + (E – M) questi flussi possono
compensarsi a livello di contabilità economica, ma c’è un influsso negativo sugli
stock.
Lo squilibrio tra risparmio ed
investimento privato è compensato dalla somma del deficit pubblico e della
bilancia dei pagamenti.
Ci sono tre tipi di debito:
-
Indebitamento privato, rischio finanziario (riguarda S – I);
-
Indebitamento pubblico (riguarda G –T);
-
Indebitamento estero (riguarda E – M).
Molto importante per spiegare la
situazione macroeconomica di un paese e le crisi.
I CONSUMI
Dipendono sì dal reddito, ma
hanno una certa rigidità. Hanno uno zoccolo duro (C*) e una parte che si lega
al reddito (c). I nostri consumi variano anche in base al reddito: se il
reddito è basso, cerchiamo comunque di non comprimere i nostri consumi
(attingere ai risparmi).
La propensione al consumo è la pendenza del
segmento “consumo”.
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