lunedì 1 dicembre 2014

23^ LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA.

In questa lezione parleremo delle aspettative del mercato, della spirale recessiva e dello scarto inflazionistico; vedremo come si compone l'equazione di domanda aggregata secondo i Keynesiani e introdurremo i consumi.

Le aspettative relative sono basate sull’estrapolazione dei dati sulle aspettative. Estrapolare una tendenza significa che avremo una tendenza più o meno uguale a prima.
Aspettative:

-        Adattive (rispecchia la situazione attuale, se la domanda aumenta l’imprenditore si muove in quella direzione, o viceversa -- > visione Keynesiana),

-        Razionali, si basano su un sistema equilibrio (è difficile alterarlo, se tutti hanno la stessa idea di equilibrio).

Partendo da un punto di equilibrio di riferimento, possiamo studiare due situazioni:
-        La spirale recessiva (decrescita): se gli imprenditori al tempo T0 prevedono una domanda AD0 ed al tempo T1 verificano che la domanda è inferiore alla produzione Y1, gli imprenditori licenzieranno qualcuno per stare dentro alle spese, rallentando, così, la politica degli investimenti. Nel T1 gli imprenditori predisporranno un valore di produzione inferiore a Y1 per evitare “legnate”. Se la domanda è inferiore all’offerta, il prezzo tende a scendere. Dunque:

o   L’imprenditore si trova con il magazzino pieno;

o   Ha minori profitti.

Immobilizzazione di risorse e domanda. Tutto ciò tende ad avere una dinamica a spirale.

o   Meno ore di lavoro;

o   Il licenziato e il lavoratore rallentano i consumi;

o   Rallenta ulteriormente la domanda aggregata.

Quando l’economia si allontana da questo equilibrio, rallentano i consumi, la domanda e la produzione. Questi rallentamenti sono chiamati CRISI:

o   Lente,

o   Veloci.

Situazione di forte stallo e di sottoccupazione (lavoro e capitale).

-        Lo scarto inflazionistico (crescita forte): è l’esatto opposto della spirale recessiva. Gli imprenditori realizzano uno specifico volume di produzione e la domanda supera l’offerta. I prezzi cominciano ad aumentare e all’imprenditore va bene perché aumentano i margini di profitto. L’imprenditore, così, anticipa ricchezza.

Anche nel pensiero Keynesiano c’è un punto di riferimento dell’equilibrio.
Equazione domanda aggregata: DA = C(consumi) + I(investimenti) + G(interventi governo) + E(esportazioni) - M(importazioni)

Equazione di equilibrio di domanda ed offerta: DA = Y -- > risorse = impieghi -- > Y + M = C + I + G + E

Yd = reddito disponibile, reddito che rimane dopo il prelievo fiscale = Y – T = C + S, quindi Y = C + S(risparmio) + T(imposte)

Sostituendo questa formula nelle prime due:

C + S + T = C + I + G + E – M

(S – I) + (T – G) + (M – E) cioè (S – I) = (G – T) + (E – M) questi flussi possono compensarsi a livello di contabilità economica, ma c’è un influsso negativo sugli stock.
Lo squilibrio tra risparmio ed investimento privato è compensato dalla somma del deficit pubblico e della bilancia dei pagamenti.
Ci sono tre tipi di debito:

-        Indebitamento privato, rischio finanziario (riguarda S – I);

-        Indebitamento pubblico (riguarda G –T);

-        Indebitamento estero (riguarda E – M).

Molto importante per spiegare la situazione macroeconomica di un paese e le crisi.

I CONSUMI

Dipendono sì dal reddito, ma hanno una certa rigidità. Hanno uno zoccolo duro (C*) e una parte che si lega al reddito (c). I nostri consumi variano anche in base al reddito: se il reddito è basso, cerchiamo comunque di non comprimere i nostri consumi (attingere ai risparmi).
La propensione al consumo è la pendenza del segmento “consumo”. 


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