venerdì 13 marzo 2015

2^ LEZIONE DI ECONOMIA DELLE ISTITUZIONI.

La SCOLASTICA: studio fondamentale di San Tommaso d’Aquino (che rilegge e riconsidera Aristotele). Rimangono la giustizia DISTRIBUTIVA e COMMUTATIVA (confusa spesso con la reciprocità). La conformità alla legge naturale, non tanto al diritto positivo: questa è giustizia. Vi sono delle leggi naturali che la nostra razionalità è capace di scoprire (la nostra ragione è capace di capire cosa sia il giusto cogliendo le leggi naturali, confrontandole con le leggi). Sia singolarmente (ognuno per sé rispetto agli altri) sia in gruppi di persone. Nel tardo medioevo, gli studi sul giusto prezzo saranno la base per uno studio economico più approfondito. Il “giusto prezzo” è quello che rispecchia una valutazione comune. Al mercato, per esempio, si scopre quale sia il prezzo che giunge da una valutazione comune (in base a scarsità relativa, richiesta…). Se si vogliono prezzi su misura, si fanno delle valutazioni in due (e basta).
Qual è il grande cambiamento con la modernità (1700)? La tendenza è quella di approfittare della garanzia di capacità ragionativa, per portare a maggiore autonomia la ragione della persona per valutare ciò che è buono e ciò che non lo è. Un pensatore chiave è Hume: giustizia come utilità sociale. La sola origine della giustizia è la pubblica utilità: Hume pensa che sia corretto valutare ciò che è bene e giusto per la società. Questa idea permarrà nel pensiero americano di inizio ‘900 (vi è convergenza tra utilità e giustizia).
L’800 diventa il secolo della giustizia sociale: viene usata da Goodwin, ma egli non usa mai il termine di “giustizia sociale” (cosa che invece fa Sismondi). Un altro grande esponente ad utilizzare questo termine fu Luigi Taparelli D’Azeglio, il quale mantiene anche la concezione di gruppi sociali dominati dall’ordine sociale.
Dal 1971 in poi il dibattito è stato monopolizzato dalle opere di John Rawls, che ha inteso la giustizia sociale come giustizia distributiva a livello nazionale. Costui ha proposto di studiare l’assetto istituzionale di un sistema economico (che influenza la distribuzione dei beni). La sua idea di giustizia sociale è la proprietà di un ordinamento che garantisca un minimo di risorse ai meno fortunati (in ogni caso). È giusto, quindi, l’ordinamento che garantisce di più ai più sfortunati e quindi possiamo misurare il grado di progresso sociale guardando al livello di vita delle persone meno fortunate. In sostanza: tutti dovrebbero volere in una società in cui si garantisce un minimo vitale. Oggi la giustizia sociale è intesa proprio nel senso di Rawls. 
LE SIMMETRIE INFORMATIVE
Ipotizzando lo studio di attori razionali, aventi interessi, colui che studia questi due agenti rileva che l’impostazione informativa dei due attori è molto diversa. Uno dei due attori ha delle informazioni rilevanti sulla situazione. Succede che si ha una situazione in cui chi vende e chi compra, almeno uno dei due, ragiona e fa i suoi calcoli in base ad una falsa rappresentazione della realtà. Soprattutto quello che costui sa non è quello che sa la controparte. Da queste informazioni in surplus uno dei due può trarre vantaggio:
-        Selezione avversa: ci si riferisce ad una situazione di mercato. Opportunismo pre-contrattuale, si approfitta del vantaggio nell’informazione per stipulare un contratto più conveniente, falsa rappresentazione dell’oggetto del contratto. Il caso tipico di questa selezione avversa è il caso delle assicurazioni. L’offerta del contratto assicurativo è pubblica, e per questo chiunque sia in procinto di ricadere nella fattispecie assicurata ne è attratto.
-        Comportamento scorretto: può essere sia pre-contrattuale o anche post-contrattuale, quando una parte adempie in modo non corretto, approfittando dell’asimmetria informativa (comportamento imprudente dell’assicurato “casco”). Il motore di tutto è la DISONESTA’.
-        Effetti paradossali come “BIDONI” (lemons): esempio classico: le auto usate. È molto difficile capire se quella che deve essere venduta è una buona auto, oppure se il precedente proprietario l’ha usata in modo improprio. Il tutto a causa della capacità informativa. V’è la tendenza da parte dei consumatori a invertire l’ordine del ragionamento per il quale si è disposti a spendere di più per un bene che vale di più (non avendo le informazioni sulla qualità del bene). Il problema risiede nel fatto che spesso il consumatore ritiene che il mercato funzioni bene e che quindi il prezzo sia efficiente.
CRITERI DI VALUTAZIONE
Come valutare una situazione? L’economia normalmente si basa sull’approccio “consequenzialistico”: attraverso la nostra analisi costi benefici bisogna valutare le conseguenze delle proprie scelte. Come varierà il mio benessere dopo l’acquisto di un certo bene?
1)     Consequenzialismo eticamente limitato: non si considerano tutte le conseguenze o le opzioni non eticamente approvabili, pur sempre applicando l’analisi costi benefici (alle opzioni fattibili).
2)     Criterio deontologico: enfasi su procedura di scelta conforme a regole condivise. Non guardare alle conseguenze di un’azione ma guardare se quell’azione è stata messa in pratica correttamente, seguendo le procedure standard.
3)     Criterio intrinsecamente etico: non si considera l’analisi costi benefici, ma ci si basa sulla valutazione delle priorità secondo principi unitari (ma senza priorità strettamente economiche).
RISCHIO-INCERTEZZA
Rischio: distribuzione di probabilità delle situazioni che si possono verificare. Il tutto è affrontabile con strumenti probabilistici.

Incertezza: una situazione in cui non siamo in grado di stabilire alcuna distribuzione di probabilità. La situazione è di incertezza quando non siamo in grado di dire cosa succederà. È per questa ragione che Keynes utilizzava il concetto di incertezza e non di rischio.

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