venerdì 13 marzo 2015

3^ LEZIONE DI ECONOMIA DELLE ISTITUZIONI.

Nel tempo le mie preferenze cambiano: solo chi è testardo non cambia mai. Bisogna sempre tenere conto del fatto che il mondo può cambiare. Bisogna avere dei modi per stabilire quali sono tutti gli stati del mondo; avere delle statistiche che mi permettono di stabilire che percentuale ha ogni stato individuato nella precedente fase.
Siamo in grado di calcolare il rischio solo quando si ha un qualche processo scientifico di calcolo di possibilità di qualche avvenimento. Se non si è in grado di fare i calcoli statistici non vi è punto di riferimento certamente economico che funga da punto di discrimine. Sempre meglio assumere un comportamento PRUDENTE.
I COSTI DI TRANSAZIONE
Ci possono essere molti meccanismi di allocazione: si è visto nel precedente modulo di Economia Politica la allocazione d’autorità e lo scambio, che può anche articolarsi in diversi mercati. Tre tipi di giustizia aristotelica portano a tre tipi di allocazioni diverse. Commons (fine 800-primi 900) riprende questa analisi e conia il concetto di “transazione”: MECCANISMO CHE PERMETTE IL CAMBIAMENTO DI PROPRIETA’ DI ALCUNE RISORSE. Vi sono transazioni:
-        Orizzontali, come lo scambio, dove ci sono due o più parti che negoziano per scambiare le risorse (bene-denaro);
-        Verticali, quando le risorse vengono allocate non grazie ad una negoziazione (no libertà economica), ma grazie ad una autorità.
o   Manageriale, non ha criteri prestabiliti. Il manager alloca le risorse per ottenere la massima efficienza del complesso organizzato;
o   Di razionamento, che hanno (solitamente) status pubblico, come ad esempio qualsiasi associazione (sportiva…) con azione collettiva e risorse a disposizione. I criteri di allocazione in questa transazione sono legate a dei criteri prestabiliti. Questo ha un fine etico-politico per il quale si sono stanziate le risorse.
 Il problema fondamentale è che per mettere in atto le negoziazioni ci sono dei costi (manageriali, nel razionamento, nel mercato…).
Parlando delle NEGOZIAZIONI DI TRANSAZIONE: anche l’utilizzo del mercato ha un costo (avviene nello spazio, nel tempo, in un ambiente sociale strutturato…). Quando si usano i termini “costi di transazione” non indichiamo costi di tipo monetario: si parla di costi derivati dalle perdite di opportunità. Mettendo in atto uno scambio, vi sono due tipologie di costi:
-        Costi di coordinamento: quando noi vogliamo comprare o vendere qualcosa, deve esserci un accordo tra le parti che si possono comportare dei costi.
-        Costi di incentivazione:
o   Costi da asimmetrie dell’informazione: di solito legati all’opportunismo pre-contrattuale; elementi che entrano in gioco prima della stipula del contratto, quando le parti hanno informazioni incomplete o addirittura false. Anche il solo sospetto del contraente A che il contraente B abbia dei vantaggi informativi, porterà A a stare lontano dal contratto di B -- > danno per la società. Le furberie terranno per sempre lontano chiunque da determinati contratti. Le persone, quindi, possono astenersi dal frequentare il mercato per evitare fregature. La perdita non è per la persona imbrogliata, ma è perdita sociale!
o   Costi da incertezza della prestazione: di solito legati all’opportunismo post-contrattuale. Costi dovuti all’incertezza sul fatto che la prestazione si basa su ciò che noi desideriamo. Tra il momento della firma e il momento della prestazione passa del tempo: ci potrebbero essere delle modifiche al pattuito oppure architettare degli “escamotage” per intortare la controparte.
Uno dei problemi fondamentali è l’incompletezza dei contratti: il contratto (traduzione della prestazione da noi attesa) non è mai di facile formulazione. Spesso il contratto rimane molto vago, v’è un’incompletezza legata alla vaghezza. I contratti IMPERFETTI-INCOMPLETI danno sempre un certo margine di “opportunismo” ad entrambe le parti.
Vi è un altro problema: la specificità degli investimenti. Una o entrambe le parti possono obbligarsi a compiere degli investimenti (costi affondati spesso), irrecuperabili all’esterno di quella clausola contrattuale (investimenti che hanno senso e valore solo all’interno del contratto). Con altri partner quell’investimento non ha nessun valore. Se una parte è obbligata a realizzare molti investimenti, quella si obbliga per molto tempo al contratto così come stipulato (se l’altra parte rinegozia il contratto, alla prima azienda, obbligata e indebolita, non rimane altro se non adempiere).
ESEMPIO: relazione di sub-fornitura. V’è una azienda che delega la produzione di un determinato componente ad un sub-fornitore. In questo contratto si può richiedere al fornitore di investire e comprare un macchinario particolare, utile SOLO per fare quel prodotto specifico. L’artigiano potrà utilizzare quel macchinario una sola volta (per una sola azienda, si intende). L’azienda che glielo ha imposto, chiede all’artigiano l’acquisto del macchinario che costa molto (lo compra con un mutuo). L’azienda madre ripaga parte del mutuo e le materie prime in toto. Se l’azienda rinegozia il contratto, prendendosi tutto il valore aggiunto, all’artigiano non resta nulla da fare se non accettare le condizioni per rientrare nelle spese.
Anche questo può causare di costi di transazione. È, in sostanza, la debolezza contrattuale in cui viene a cadere una parte, in quanto rimane esposta alla rinegoziazione del contratto.
Se i costi di transazione sono molto elevati, vuol dire che la sfiducia è molto accentuata. Se non c’è fiducia, il mercato diventa inefficiente. Questi sono i cosiddetti COSTI D’USO del mercato.
LE TRANSAZIONI per essere efficienti devono essere sottoposte a controlli e a concorrenza.                                                                                                                                
Si può parlare di mercato solo quando ci sono delle alternative: si parla di mercato quando A (compratore) e B (venditore) sono solo UNA delle possibili scelte (rispettivamente) tra compratori e venditori! L’unico meccanismo creato dal mercato è la concorrenza.
Anche nelle transazioni di tipo manageriale ci deve essere la concorrenza che tenga sotto pressione                                                        
Le transazioni di razionamento: il controllo è di tipo democratico. Il razionamento può avere fini etico-politici: il controllo non può che essere di tipo democratico o comunque di tipo legalistico. 

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