martedì 5 maggio 2015

19^ LEZIONE DI FILOSOFIA DEL DIRITTO.

LA SECOLARIZZAZIONE
Oggi si parla spesso di una realtà POST-MODERNA. Oggi ci si concentrerà sulla PRECARIETA’ e sulla FRAMMENTARIETA’. Non vi è nulla di stabile e di durevole su cui orientare le proprie scelte. La precarietà del mondo del lavoro, della economia, della biologia. La precarietà del mondo odierno è sotto gli occhi di tutti e questo genera disorientamento. Il problema spesso è dato dal fatto che le riforme sono spesso disorganiche: cosa ci sta dietro, perché si è arrivati a tanto? Il tentativo del professor Cavalla è proprio quello di cercare di capire il presente.
Siamo arrivati fin qui attraverso un processo di secolarizzazione, attraverso qualcosa che corre nel tempo e nel quale si manifesta la progressiva espulsione della trascendenza o del riferimento alla trascendenza da ciò che è in grado di supportare conoscenze o di fondare scelte. Ciò che è trascendente non è “DIO”, non è categoria religiosa, è META’ TA FUSIKA’ (oltre ciò che è fisico).
NON SI USI LA PAROLA “TRASCENDENTE” E NON SI PARLI DI PERDITA DI SENSO RELIGIOSO.
Ma espulsione da cosa? Dagli ambiti del sapere, da un lato, e dell’agire pratico, dall’altro. Le tre macro-categorie per cercare di capire la secolarizzazione sono la scienza, la politica e il diritto. Nel libro c’è un’ottima definizione di secolarizzazione.
Ci sono 4 grandi periodi storici: MEDIOEVO, MODERNITA’ (da tenere distinta dalla mentalità moderna, che continua anche nell’epoca di transizione), EPOCA DI TRANSIZIONE (da rivoluzione francese a metà del ‘900) e CONTEMPORANEITA’.
MEDIOEVO: il riferimento alla trascendenza è onnipresente. La musica medioevale è in gran parte sacra, così come la architettura, la letteratura e in parte anche la filosofia.
MODERNITA’: crollo dei due grandi fattori unificanti (Impero Chiesa). I due fenomeni sono strettamente collegati. Affermazione di Stati Nazionali con una Cristianità divisa e insanguinata.
EPOCA DI TRANSIZIONE: il referente di questa epoca è l’uomo. Sono io che fissando le condizioni della conoscenza posso verificare la effettività delle mie ipotesi. Da metà ‘900 in poi si apre una profonda crisi…
CONTEMPORANEITA’: il referente è la volontà, il sapere è sempre più mirato dimostrare la volontà di qualcuno.
POLITICA: nell’800 Carlo Magno si fa incoronare imperatore dal Papa (nasce il Sacro Romano Impero). In questo gesto dell’incoronazione c’è una ambiguità profonda: il fatto che un imperatore si faccia incoronare dal Papa in una Chiesa, potrebbe essere letto come “io non mi dò il potere da solo”. V’è l’idea di riconoscere un limite. Ma leggiamola in altro modo. Poiché sono legittimato a esercitare un potere politico, sono delegato direttamente da Dio a fare ciò (rispecchia un cosmo gerarchicamente ordinato da Dio). Dio, in questo senso, diventa uno strumento di legittimazione del potere politico.
DIRITTO: la teoria del diritto medievale è una mescolanza di diritti che si stanno ricostruendo sulle macerie del diritto romano. La teologia e la filosofia medievale dividono la LEX DIVINA (legge del cosmo) dalla LEX NATURALIS (ordine naturale), che io posso riconoscere grazie alla mia ragione, dalla, ancora, LEX HUMANA, che io, uomo, vengo a costruire per darmi delle regole. Sempre di più si vede la conoscibilità della legge naturale e sempre di più il legislatore si conforma alla legge naturale: in questo caso io, legislatore, vengo legittimato dalla mia stessa ragione.
SCIENZA: è una scienza tassonomica, nel senso di ordine come una schiera militare. È un po’ come mettere in ordine i libri in una grande biblioteca. L’ordine è dato da una volontà creatrice che ragiona ed è ordinata. Ma se io so conoscere questo ordine, quanto ne sono partecipe? L’ordine viene dall’esterno, o riesco a rispecchiarlo nelle mie rappresentazioni?
POLITICA: nascono gli Stati Nazionali, in cui la razionalità è tutto. Si vede questo anche soprattutto nell’arte (Umanesimo e Rinascimento). L’uomo acquisisce sempre più centralità. L’atteggiamento è riassumibile in PRESUPPOSTO RAZIONALISTICO INDIVIDUALISTICO. Le scelte vengono fondate e volte alla capacità di trasformare ciò che lo circonda per maggiore utilità (HOMO FABER). Il mondo è considerato come una serie di oggetti a sua disposizione. La legittimazione arriva dal basso: ciò non significa che il potere sia nelle mani del popolo.
DIRITTO: lo stato di natura è quella condizione nella quale l’uomo si trova per mera applicazione della legge naturale. È ciò che la mia ragione mi consente di conoscere. È un dato cogente che deve essere applicato dal legislatore positivo.
SCIENZA: razionalismo moderno dà grande impulso alla scienza (Keplero, Galileo…). Determina un atteggiamento che esaspera la ragione. La scienza pensa di riuscire a rappresentare in modo oggettivo la natura. Se conosco le cose per come sono e sono in grado di rappresentarle sono in grado di trasformarle seguendo ciò che la mia ragione e la mia volontà mi dettano. Se nel mondo medievale il riferimento era la figura di Dio, la fonte di questo periodo è la NATURA (sempre ordinata perché creata da Dio), alla cui conoscenza l’uomo accede in forma autonoma. La realtà descritta, tolte le istituzioni politiche, sarebbe invivibile (Hobbes: HOMO HOMINI LUPUS, BELLUM OMNIUN CONTRA OMNES; Locke…). I diritti non sarebbero tutelabili senza istituzioni (Rousseau: asservimento di uomini a uomini). Bisogna creare artificialmente attraverso il contratto sociale un sistema funzionale, che abbia una legittimazione dal basso. Questa scienza è DESCRITTIVA, convinta di poter conoscere oggettivamente la realtà e di poter rappresentarla.
POLITICA: è una rivoluzione borghese. I giacobini sono coloro che si prendono il compito di organizzare al meglio l’equilibrio politico. Questo, altro non è, se non il germe del partito: il partito è proprio un organizzazione sociale laddove si vogliono creare delle ricette con cui organizzare al meglio l’equilibrio politico.
DIRITTO: la legge naturale dell’uomo è la AUTOCONSERVAZIONE (Hobbes: ognuno ha diritto su ogni cosa). Ogni individuo vuole aver diritto su ogni cosa: questo stato di natura è insostenibile, in quanto l’equilibrio è instabile (se voglio aver diritto alla vita, devo rinunciare agli altri diritti). Tutti fanno un passo indietro, tranne uno: il SOVRANO. Ma quale sarà il diritto? Il diritto positivo, la volontà del sovrano. Il diritto naturale diventa solo uno strumento per legittimare la volontà del sovrano. L’unico diritto che funziona e garantisce la pace è la legge posta. Il diritto naturale, senza autorità che tuteli i cittadini, è debole: c’è bisogno della sanzione con il quale lo stato protegga i diritti e gli obblighi, ai quali qualcuno si sottrae. Hobbes crea una serie di premesse logiche.
SCIENZA: l’idea del sapere scientifico è CONVENZIONALE,  caratterizzato da ipoteticità. Cavalla utilizza la figura di Rudolf Carnap: il sapere privilegiato è quello della scienza, matematica o empirica. La prima è retta da coerenza, la seconda da verificabilità. Al di fuori di queste forme di sapere non c’è vero sapere. In entrambi i casi i saperi muovono da ipotesi. Posso muovere verso delle tesi solo se parto da assiomi. La conoscenza non è rappresentativa, maturo una coscienza critica sui limiti del sapere scientifico. Il risultato può essere coerente ad un altro risultato solo partendo da determinate premesse. Molto spesso il sapere scientifico è probabilistico. La scienza non mi dà più una rappresentazione oggettiva del mondo.
POLITICA: il referente politico della modernità è la lobby, le quali riescono a modificare le linee politiche dei vari ex partiti.
DIRITTO: la legge posta viene sostituita con il provvedimento.
SCIENZA: la scienza non ci consegna un uomo conoscente, ma un uomo OGGETTIVATO. Sono soggetto quando la mia possibilità di venire al mondo è subordinata alla volontà dei miei potenziali genitori? Chiamata anche TECNOSCIENZA.
MEDIOEVO: IMPERO, LEGGE DIVINA vs. LEGGE NATURALE vs. LEGGE UMANA, SCIENZA CLASSIFICATORIA.

Tutto questo lungo percorso è collegato da un filo rosso, una premessa viene sempre tenuta ferma: l’ordine è GARANZIA di verità. Io posso parlare di verità solo se ascrivibile ad un ordine. L’ampiezza nelle varie epoche si restringe: da Dio, passo alla natura; dalla natura all’uomo e dall’uomo alla mera volontà.  Un ordine convenzionale non è universalizzabile, è fortemente condizionato dall’elemento soggettivo.

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