LA SECOLARIZZAZIONE
Oggi si parla spesso di una
realtà POST-MODERNA. Oggi ci si concentrerà sulla PRECARIETA’ e sulla FRAMMENTARIETA’.
Non vi è nulla di stabile e di durevole su cui orientare le proprie scelte. La
precarietà del mondo del lavoro, della economia, della biologia. La precarietà
del mondo odierno è sotto gli occhi di tutti e questo genera disorientamento. Il
problema spesso è dato dal fatto che le riforme sono spesso disorganiche: cosa
ci sta dietro, perché si è arrivati a tanto? Il tentativo del professor Cavalla
è proprio quello di cercare di capire il presente.
Siamo arrivati fin qui attraverso
un processo di secolarizzazione, attraverso qualcosa che corre nel tempo e nel
quale si manifesta la progressiva espulsione della trascendenza o del
riferimento alla trascendenza da ciò che è in grado di supportare conoscenze o
di fondare scelte. Ciò che è trascendente non è “DIO”, non è categoria
religiosa, è META’ TA FUSIKA’ (oltre ciò che è fisico).
NON SI USI LA PAROLA
“TRASCENDENTE” E NON SI PARLI DI PERDITA DI SENSO RELIGIOSO.
Ma espulsione da cosa? Dagli
ambiti del sapere, da un lato, e dell’agire pratico, dall’altro. Le tre
macro-categorie per cercare di capire la secolarizzazione sono la scienza, la
politica e il diritto. Nel libro c’è un’ottima definizione di secolarizzazione.
Ci sono 4 grandi periodi storici:
MEDIOEVO, MODERNITA’ (da tenere distinta dalla mentalità moderna, che continua
anche nell’epoca di transizione), EPOCA DI TRANSIZIONE (da rivoluzione francese
a metà del ‘900) e CONTEMPORANEITA’.
MEDIOEVO: il riferimento alla trascendenza è onnipresente.
La musica medioevale è in gran parte sacra, così come la architettura, la
letteratura e in parte anche la filosofia.
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MODERNITA’: crollo dei due grandi fattori unificanti
(Impero Chiesa). I due fenomeni sono strettamente collegati. Affermazione di
Stati Nazionali con una Cristianità divisa e insanguinata.
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EPOCA DI TRANSIZIONE: il referente di questa epoca è
l’uomo. Sono io che fissando le condizioni della conoscenza posso verificare
la effettività delle mie ipotesi. Da metà ‘900 in poi si apre una profonda
crisi…
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CONTEMPORANEITA’: il referente è la volontà, il sapere è
sempre più mirato dimostrare la volontà di qualcuno.
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POLITICA: nell’800 Carlo Magno si fa incoronare imperatore dal
Papa (nasce il Sacro Romano Impero). In questo gesto dell’incoronazione c’è
una ambiguità profonda: il fatto che un imperatore si faccia incoronare dal
Papa in una Chiesa, potrebbe essere letto come “io non mi dò il potere da
solo”. V’è l’idea di riconoscere un limite. Ma leggiamola in altro modo.
Poiché sono legittimato a esercitare un potere politico, sono delegato
direttamente da Dio a fare ciò (rispecchia un cosmo gerarchicamente ordinato
da Dio). Dio, in questo senso, diventa uno strumento di legittimazione del
potere politico.
DIRITTO: la teoria del diritto medievale è una mescolanza di
diritti che si stanno ricostruendo sulle macerie del diritto romano. La
teologia e la filosofia medievale dividono la LEX DIVINA (legge del cosmo)
dalla LEX NATURALIS (ordine naturale), che io posso riconoscere grazie alla
mia ragione, dalla, ancora, LEX HUMANA, che io, uomo, vengo a costruire per
darmi delle regole. Sempre di più si vede la conoscibilità della legge
naturale e sempre di più il legislatore si conforma alla legge naturale: in
questo caso io, legislatore, vengo legittimato dalla mia stessa ragione.
SCIENZA: è una scienza tassonomica, nel senso di ordine come una
schiera militare. È un po’ come mettere in ordine i libri in una grande
biblioteca. L’ordine è dato da una volontà creatrice che ragiona ed è
ordinata. Ma se io so conoscere questo ordine, quanto ne sono partecipe? L’ordine
viene dall’esterno, o riesco a rispecchiarlo nelle mie rappresentazioni?
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POLITICA: nascono gli Stati Nazionali, in cui la razionalità è
tutto. Si vede questo anche soprattutto nell’arte (Umanesimo e Rinascimento).
L’uomo acquisisce sempre più centralità. L’atteggiamento è riassumibile in
PRESUPPOSTO RAZIONALISTICO INDIVIDUALISTICO. Le scelte vengono fondate e
volte alla capacità di trasformare ciò che lo circonda per maggiore utilità
(HOMO FABER). Il mondo è considerato come una serie di oggetti a sua disposizione.
La legittimazione arriva dal basso: ciò non significa che il potere sia nelle
mani del popolo.
DIRITTO: lo stato di natura è quella condizione nella quale
l’uomo si trova per mera applicazione della legge naturale. È ciò che la mia
ragione mi consente di conoscere. È un dato cogente che deve essere applicato
dal legislatore positivo.
SCIENZA: razionalismo moderno dà grande impulso alla scienza
(Keplero, Galileo…). Determina un atteggiamento che esaspera la ragione. La
scienza pensa di riuscire a rappresentare in modo oggettivo la natura. Se
conosco le cose per come sono e sono in grado di rappresentarle sono in grado
di trasformarle seguendo ciò che la mia ragione e la mia volontà mi dettano.
Se nel mondo medievale il riferimento era la figura di Dio, la fonte di
questo periodo è la NATURA (sempre ordinata perché creata da Dio), alla cui
conoscenza l’uomo accede in forma autonoma. La realtà descritta, tolte le
istituzioni politiche, sarebbe invivibile (Hobbes: HOMO HOMINI LUPUS, BELLUM
OMNIUN CONTRA OMNES; Locke…). I diritti non sarebbero tutelabili senza
istituzioni (Rousseau: asservimento di uomini a uomini). Bisogna creare
artificialmente attraverso il contratto sociale un sistema funzionale, che
abbia una legittimazione dal basso. Questa scienza è DESCRITTIVA, convinta di
poter conoscere oggettivamente la realtà e di poter rappresentarla.
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POLITICA: è una rivoluzione borghese. I giacobini sono coloro che
si prendono il compito di organizzare al meglio l’equilibrio politico.
Questo, altro non è, se non il germe del partito: il partito è proprio un
organizzazione sociale laddove si vogliono creare delle ricette con cui
organizzare al meglio l’equilibrio politico.
DIRITTO: la legge naturale dell’uomo è la AUTOCONSERVAZIONE
(Hobbes: ognuno ha diritto su ogni cosa). Ogni individuo vuole aver diritto
su ogni cosa: questo stato di natura è insostenibile, in quanto l’equilibrio
è instabile (se voglio aver diritto alla vita, devo rinunciare agli altri
diritti). Tutti fanno un passo indietro, tranne uno: il SOVRANO. Ma quale
sarà il diritto? Il diritto positivo, la volontà del sovrano. Il diritto
naturale diventa solo uno strumento per legittimare la volontà del sovrano. L’unico
diritto che funziona e garantisce la pace è la legge posta. Il diritto naturale,
senza autorità che tuteli i cittadini, è debole: c’è bisogno della sanzione
con il quale lo stato protegga i diritti e gli obblighi, ai quali qualcuno si
sottrae. Hobbes crea una serie di premesse logiche.
SCIENZA: l’idea del sapere scientifico è CONVENZIONALE, caratterizzato da ipoteticità. Cavalla
utilizza la figura di Rudolf Carnap: il sapere privilegiato è quello della
scienza, matematica o empirica. La prima è retta da coerenza, la seconda da
verificabilità. Al di fuori di queste forme di sapere non c’è vero sapere. In
entrambi i casi i saperi muovono da ipotesi. Posso muovere verso delle tesi
solo se parto da assiomi. La conoscenza non è rappresentativa, maturo una
coscienza critica sui limiti del sapere scientifico. Il risultato può essere
coerente ad un altro risultato solo partendo da determinate premesse. Molto
spesso il sapere scientifico è probabilistico. La scienza non mi dà più una
rappresentazione oggettiva del mondo.
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POLITICA: il referente politico della modernità è la lobby, le
quali riescono a modificare le linee politiche dei vari ex partiti.
DIRITTO: la legge posta viene sostituita con il provvedimento.
SCIENZA: la scienza non ci consegna un uomo conoscente, ma un
uomo OGGETTIVATO. Sono soggetto quando la mia possibilità di venire al mondo
è subordinata alla volontà dei miei potenziali genitori? Chiamata anche
TECNOSCIENZA.
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MEDIOEVO: IMPERO, LEGGE DIVINA
vs. LEGGE NATURALE vs. LEGGE UMANA, SCIENZA CLASSIFICATORIA.
Tutto questo lungo percorso è
collegato da un filo rosso, una premessa viene sempre tenuta ferma: l’ordine è
GARANZIA di verità. Io posso parlare di verità solo se ascrivibile ad un
ordine. L’ampiezza nelle varie epoche si restringe: da Dio, passo alla natura;
dalla natura all’uomo e dall’uomo alla mera volontà. Un ordine convenzionale non è
universalizzabile, è fortemente condizionato dall’elemento soggettivo.
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