Barocco e post moderno presentano
una serie di analogie e sotto il profilo teoretico l’epoca barocca così come la
post moderna si mostrano in una sorta di contraddittoria duplicità: natura
razionalista + natura metafisica. Questa base è necessaria in quanto ci serve
l’epoca nella quale viviamo: nel barocco nel 600 vi è una reazione alla scienza
dell’epoca moderna. Entrambe segnano la crisi intesa come separazione,
contraddizione e ambiguità di significato: il vocabolo allude alla separazione
ma anche ad un’idea di unione. Questa ambiguità indica che entrambe le epoche
sono epoche della scienza, della matematica, ma anche della fantasia,
dell’immaginazione, dell’immagine. Barocco identifica una visione FILOSOFICA.
Il termine barocco arriva dallo
spagnolo “barueco”, il quale indica una perla screziata, non perfettamente
rotonda. È un ragionamento sbagliato in quanto è un ragionamento lontano dalla
logica tradizionale, dal sillogismo deduttivo (sillogismo = ragionamento). La
parola sillogismo indica, solitamente, il ragionamento corretto. L’opposto, il
ragionamento non corretto, è considerato come ragionamento barocco, non ben
formato. Mostra una sorta di tensione tra matematismo razionalistico e
disordine, immaginazione, finzione e realtà. Tra questa idea di normalità vi è
una evidente irregolarità che si manifesta in diverse forme di cultura. Questa
sorta di valorizzazione della regolarità irregolare è ritrovabile anche oggi,
nell’era odierna. Questa epoca, l’epoca barocca, può anche quindi essere una
chiave di lettura per l’era odierna. Vi sono delle espressioni di questa
contraddizione nella filosofia:
-
Nell’arte, architettura, pittura e scultura, il
barocco si mostra in diverse modalità espressive: si differenzia dal
rinascimento in quanto gli artisti non seguono più i canoni rinascimentali,
niente più rigore prospettico, esemplificato il tutto in Caravaggio (“Giuditta
e Oloferne”). Nell’epoca contemporanea si parla di “frammentazione della
realtà” (cubismo…).
-
Nella letteratura: canone tradizionale vs.
finzione nella realtà e viceversa (sogno e vita, William Shakespeare).
-
Nella musica: musica che viene definita barocca
in quanto da spartiacque tra la moderna e la antica (Bach). L’uomo barocco
realizza la sua funzione sociale anche attraverso la finzione e questa finzione
non è un modo per simulare ciò che è veramente autentico, in quanto l’uomo
barocco è retorico: trova una valorizzazione enorme nell’epoca moderna
(Fumarolì ha definito questa epoca come l’epoca della retorica).
Questo ci dà due concetti: idea
di ORDINE e di SOVRANITA’. Perché l’idea di ordine e di sovranità sono
essenziali? L’idea di ordine è l’espressione dell’ordine in epoca moderna; la
sovranità è la manifestazione della costituzione fondamentale.
ORDINE
Viene dai pensatori del diritto e
della politica tra il 5-600 (scuola del diritto naturale, Thomas Hobbes fra i
primi). Quando si parla di ordine pensiamo
a qualcosa di mediato dalla scienza: la scienza ASSUME questa idea di ordine,
ORDO, implica un criterio in virtù del quale ogni elemento nell’insieme occupa
un posto specifico (spazio – tempo determinati). Ognuno ha una situazione
autonoma e autosufficiente. Ciascuno di questi elementi può sussistere
indipendentemente dagli altri. Questa concezione che si sviluppa nel 500 con
diversi autori e che prende piede nel 600 costituisce un modello fondato sulla
presunzione che questo ordine sia stabilito per assicurare il conseguimento di
questi scopi fondamentali: il fine è la certezza, la sicurezza (sinonimi di
ordine). La certezza può essere intesa in due modi:
-
Accezione soggettiva e psicologica: sicurezza
psicologica che non vi siano conflitti, con sistema normativo coercitivo che
possa prevenire i conflitti;
-
Accezione oggettiva: costante presenza di
quest’ordine, norme forti, superiori, emanate da una autorità superiore, più forte
di tutte le altre volontà (Stato).
Così fondato (l’ordine) sulla
certezza, l’ordine assume la qualificazione di “PUBBLICO”. Il diritto costituzionale,
il diritto pubblico, amministrativo…sono subordinati al potere dello stato, in
quanto custode dell’ordine. Questa denominazione di stato è idea tipicamente
moderna. Non esiste denominazione di stato se non nell’epoca moderna. Di solito
si richiede la certezza nel diritto. Questo periodo porta anche forte tensioni
e contraddizioni, però.
THOMAS HOBBES
Kelsen ha studiato Hobbes per
dire qualcosa della legge e dello stato per dire qualcosa di analogo a ciò che
aveva detto Hobbes. Come mai una certa idea di ordine deriva da Hobbes?
La teoria fondamentale di Hobbes,
come di tutti i giusnaturalisti, è l’idea del contratto sociale, il quale si
suppone che sia l’accordo che lega e unisce i singoli cittadini di uno stato in
base al quale i cittadini si accordano di trasferire i diritti individuali allo
stato per giustificarne l’opera (come patto di unione, tra consociati; patto di
soggezione, allo stato che assume la sovranità delegata dai singoli). Questa
delega serve per costituire e giustificare lo stato: lo stato è il passaggio
dallo stato di natura in cui si trova naturalmente l’individuo allo stato
sociale. L’individuo passa dalla condizione improduttiva alla condizione
politica grazie al contratto sociale (v’è passaggio tra stato di natura a stato
socio-politico).
Questa teoria molto diffusa è la
teoria basata sul concetto di status che passa ad identificare la
qualificazione dell’autorità politica, partendo con l’identificare la
soggettività degli individui. Il contratto sociale, teoria piuttosto utilizzata
ma tendente alla finzione, costituisce la base del nostro sistema democratico. L’idea
di stato di Hobbes è uno stato assoluto, in quanto è AB-SOLUTUS, sciolto da
vincoli e da limiti (è lo stato che decide quale sia l’ordine). Questo stato di
natura è basato su un istinto di natura, che è la SOPRAVVIVENZA. Si auto-conserva
e si trova in uno stato di guerra permanente, BELLUM OMNIUM CONTRA OMNES. Lo
stato socio politico serve per eliminare la violenza, serve per delegare il
terzo (lo stato) per svolgere delle funzioni coercitive. Questa struttura
politica la conserviamo autentica in quanto in questa costruzione teorica le
libertà individuali sono sempre soggette al potere dello stato (diritto alla
vita soccombe di fronte alla condanna a morte: Hobbes dice che chi fugga dalla
pena di morte fa bene perché vuole auto-conservarsi).
La parola stato indica l’idea di
sicurezza, di potere collettivo che si esercita in un certo modo.
SOVRANITA’
L’idea dello stato si fonda su:
popolo, un territorio, la sovranità (potere di esercitare le funzioni ad esso
attribuite, insieme di poteri da applicare su un territorio, non avendo nessuno
al di sopra). L’idea della sovranità l’idea del potere politico che è
caratterizzata da senso di unità, da indipendenza e supremazia. Questo si
struttura e si articola in molteplici manifestazioni: il potere assoluto dello
stato li unifica in un unico soggetto, detentore di ordine e certezza
qualificato come diritto pubblico. Si faccia attenzione che l’ipotesi
contrattualistica viene ad essere fondamentale per uno stato pubblicistico. Ma
come si manifesta l’idea dello stato in epoca contemporanea? L’idea di stato e
sovranità sono al capolinea: la sovranità è mascherata.
-
Crisi della sovranità nel diritto
internazionale: il problema dei conflitti interni od esterni ad uno stato
riguarda spesso anche il diritto internazionale. Da alcuni anni tale
metamorfosi è studiata da questo punto di vista. Le controversie internazionali
derivanti dallo scoppio delle guerre costituiscono uno degli elementi
fondamentali della sovranità stessa. Questo provoca e impone la presenza
umanitaria, per giustificare gli interventi anche di tipo militare che limitino
la libertà dello stato stesso.
-
Teoria della separazione dei poteri: anche
questa è una finzione teorica, intesa come creazione teorica. La teoria della
separazione dei poteri porta a dire che lo stato sarebbe anche articolato in
almeno tre poteri:
o Esecutivo;
o Legislativo;
o Giudiziario.
Montesquieu
fu il primo a parlarne? Non proprio, il primo vero a parlarne fu John Locke
(aggiungeva anche il potere FEDERATIVO). Ma perché si elaborò tale teoria? Innanzitutto
per evitare che questo andasse a favore di un unico personaggio e per
indebolire la autorità dello stato.
Nel diritto costituzionale
italiano la magistratura è un potere pubblico dello stato: esistono giudici che
fungono da arbitri ma che non fanno necessariamente parte dello stato.
Nessun commento:
Posta un commento