domenica 5 aprile 2015

10^ LEZIONE DI FILOSOFIA DEL DIRITTO.

L’argomento successivo: quali sono gli aspetti costitutivi del sapere filosofico?
È un sapere necessario (verità); globale (intero); universale (ordine, armonia); che non ha utilità esterna al proprio essere (il filosofo cerca di sfuggire all’ignoranza per sapere, perché ama la cultura); che nasce dalla meraviglia (libertà). Vi è, in questo, un collegamento della filosofia col mito. Cosa vuol dire che vi è collegamento tra filosofia e mito?
Nella cultura greca si pensa che l’idea del mito è l’idea della favola primitiva superata dalla filosofia (logos). Bisogna dire con chiarezza che all’origine della cultura occidentale l’idea del MUTHOS è strettamente congiunto con il LOGOS. Questi termini nell’antica lingua dei greci sono molto simili: discorso, racconto, parola. Questa analogia costituisce una originaria natura semantica e concettuale, tanto che fin dalla letteratura arcaica si è considerato il MUTHOS come altro LOGOS: è un altro modo per far comprendere ciò che sta prima di tutto. Già nell’età arcaica v’era questa idea. Quando si studia la retorica si capisce che questa procede per argomentazioni (ENTIMENI) ma si procede anche per esempi (MITI, paradigmi per comprendere attraverso vicende note ciò che è ignoto). Questi esempi, di solito nella cultura classica, sono costituiti di immagini e simboli, tramandati da tradizione orale, poi trascritta. Il mito non è una favola primitiva, però: il mito è il sostrato di una tradizione nella quale c’è la sapienza. La parola MUTHOS deriva da MUEIN, che significa “chiudere la bocca o gli occhi”, esprimendo l’ineffabile, che racchiude la vera sapienza.
Filosofia, quindi, è anche mito. La filosofia è una mitologia: capacità di discutere attraverso il mito i problemi fondamentali dell’uomo. La filosofia, secondo Platone, è un’esortazione al mito. Il mito consente di arrivare a comprendere ciò che è proprio della filosofia: è un procedimento logico razionale che argomenta, cosa che, però, si fa per simboli, per immagini. Poiché il filosofo è ricercatore di ciò che appare come realtà memorabile, il filosofo amerà la letteratura che racconta i miti. Nel mito il filosofo troverà ciò che è memorabile. La filosofia ha bisogno di esempi: questa attiene a ragionamenti concreti. È chiaro, dice Aristotele, che chi è consapevole di essere ignorante, riconosce di non sapere. È per questo che colui che ama il mito è in un certo qual modo anche filosofo. Il mito è fatto da un insieme di cose meravigliose, cose che destano meraviglia. L’autentico filosofo dice chiaramente che il LOGOS si trova nel mito.
QUALI SONO GLI ASPETTIVI COSTITUTIVI DEL SAPERE MITICO
1.     Non è un mondo delle leggende. Se si interpreta nel senso greco classico, il mito è un RACCONTO FONDATIVO, in quanto racconto ARCHETIPICO (è un racconto esemplare, basato sull’eccellenza di un originale, di chi ha raccontato per la prima volta il mito). Il prototipo è un modello destinato ad essere copiato e per questo è molto diverso dal fatto che sia archetipico. È fondativo perché parla di ciò che è in ogni cosa: il primo che ne parlò fu Esiodo. È un racconto che narra del principio: pensare l’idea del principio è fondamentale. L’idea che il racconto mitico sia un racconto fondativo è dato dal fatto che è un racconto che viene dalla tradizione: il fatto che venga dalla tradizione non significa che sia un racconto del passato. Per il greco questo non è vero: il mito è un racconto accresciuto dalla tradizione (TRADITIO = consegna, παραδοσις), trasmette una tradizione, trasmette un sistema di valori, destinato ad evolversi. Il mito viene continuamente mutato.
2.     Il racconto mitico, di norma, è un racconto inventivo, TOPICO: è la ricerca dei luoghi della tradizione, dei topoi argomentativi, è un racconto inventivo. “Inventio” -- > scoperta, ritrovamento di ciò che già esiste. È il rinvenimento di luoghi culturali recuperati da memoria collettiva di un popolo. La memoria, infatti, (MNEMOSUNE) produce contenuti mitici per trasmettere una tradizione culturale. È un ritrovamento di ciò che già esiste nella tradizione della società… Aristotele dice con chiarezza che il mito è l’anima della tragedia, del racconto che poi sfocia nella problematicità tipica, trama da cui il poeta ricava l’ordito del racconto. È una continua arte della memoria per raccogliere un sistema di valori che la tradizione trasmette.
3.     I miti sono racconti che si presentano con carattere DISORDINATO, non esiste un “codice” dei miti. Il disordine dei racconti di dei e mitici in generali sono molto caotici (anche perché ne esistono di diverse versioni): non esiste un codice dei miti, in quanto venivano tramandati oralmente. La metafora di questo disordine è rappresentata dall’idea del labirinto, è un particolare tipo di disordine. Nel mito la metafora più usata è quella del labirinto: è un insieme disordinato di vie che però nasconde un discorso valido, unitario. Questa idea che vi sia un ordine nascosto in un labirinto è quel concetto che ritorna nella filosofia. La parola COSMOS (ordine) si contrappone alla parola CAOS (che vuol dire vuoto). In queste accezioni il cosmo va a riempire il vuoto lasciato dal CAOS e questo, nella concezione greca, è ordine.
4.     Il mito no è un racconto immediato in cui il lettore o ascoltatore comprende direttamente ciò che viene detto: è un racconto SIMBOLICO od ANALOGICO. È un’espressione di ciò che consente di pensare per immagini: il mito è racconto simbolico perché si pone come paradigma simbolico, che consente di comprendere ciò che è complesso, attraverso la visione di un gesto o di un’immagine. Quando il filosofo cerca la verità è uguale all’arciere che scaglia da lontano una freccia e centra il bersaglio. Il problema, quindi, è quello di evocare immagini note al lettore/ascoltatore che gli facciano capire ciò che sta alla base di quella narrazione. Il mito orienta la nostra vita, il mito cerca di provocare attraverso il simbolo (collegamento, tessera spezzata che si riunisce perfettamente) con metafore. Il mito è quella realtà che è stata molto indagata: il mito è proprio il sogno della civiltà di un popolo.
5.     Il racconto mitico è comunicazione e questo tipo di comunicazione si realizza col DIALOGO. È un racconto dialogico o comunicativo: possiamo trarre dal discorso comunicativo 3 caratteristiche:
a.     Ethos, deve presentarsi come un elemento del comportamento, della condotta;
b.     Logico razionale, dialettico, deve trasmettere un logos;
c.     Pathos, un’emozione.
Queste tre caratteristiche ricorrono nel discorso di Aristotele.
È un ETHOS (ha valore etico) perché si manifesta nella forma della comunicazione dialogica, il dialogo è forma di comunicazione non violenta. Nell’Antigone si racconta del rapporto problematico tra Antigone e Creonte in forma dialogica. È un dialogo agonistico, in questo caso: la conversazione è conflittuale. Per tutta la tragedia è, però, in forma non violenta. Per il lettore questo non è ascolto passivo, ma è una partecipazione attiva: è un coinvolgimento che produce un orientamento. Questo avveniva nella tragedia attica: ogni tragedia aveva un ethos dialogico dell’uomo (chi esce dal teatro greco esce migliore da come era entrato).
La narrazione mitica è anche LOGOS: è una comunicazione che però si mostra in forma dialettica. Non è un logos lineare, sequenziale, unilaterale: esempio, la tragedia attica mostra la tragedia di un conflitto (piuttosto violento, anche). È sempre un logos dialettico, che conserva la natura conflittuale o controversiale: la dimensione comunicativa non è solo simbolica od analogica, ma è basata sulla polarità, sulla tensione. L’argomentazione mitica è logica in quanto dialettica, polare: anche questo evoca la struttura dialettica dell’esperienza giuridica. È capacità di connessione che l’autore imprime al suo discorso.
La narrazione mitica è anche PATHOS, un’emozione. Predispone l’ascoltatore in un dato modo: il mito si basa spesso sullo splendore estetico del racconto per suscitare l’approvazione sociologica. Il mito vuole provocare l’emozione nel singolo. Il singolo uditore o lettore deve essere chiamato a riflettere in singolo (non in massa).
DOMANDA TIPO: MI PARLI DEGLI ASPETTI COSTITUTIVI DEL SAPERE MITICO.

MI PARLI DEGLI USI DELLA DIALETTICA IN ARISTOTELE.

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