martedì 3 marzo 2015

LEZIONE INTRODUTTIVA DI FILOSOFIA DEL DIRITTO.

Parola chiave per filosofia del diritto: CRISI. È molto importante per capire anche i fenomeni della cultura, del sapere e anche i problemi del diritto. Il tempo della crisi indica un concetto essenziale: ha un significato etimologico che indica l’idea della FRANTUMAZIONE, del conflitto, che allude all’esistenza di un problema. Tutt’oggi il sapere è frantumato: questa idea esalta la situazione, il momento contingente, attuale, che non ci sarà più. Questa idea caratterizza il sapere ed è stata accentuata dalla INFORMATIZZAZIONE.

L’informatizzazione è INFORMAZIONE + AUTOMATICA: le macchine hanno cominciato a rielaborare le informazioni in maniera automatica. Questa frantumazione interessa molti aspetti, anche quelli economici: questa idea di crisi, però, che aleggia nella nostra società, non è solo economica. Questa crisi porta smarrimento, disorientamento. Questa idea di smarrimento riguarda l’uomo contemporaneo: esso è in crisi, vive in una situazione di frammentazione, in cui non emerge un valore unico, in cui si valorizza un dato contingente. L’uomo viene portato davanti ad un’alternativa: vedendo davanti a sé il NULLA, che è l’opposto del nulla, dell’ESSERE, l’uomo sceglie di “stare dentro” o “stare fuori”.

Questa è un’epoca di relativismo: bisogna valorizzare la situazione, il contingente. Shakespeare, nell’Amleto, viene tormentato da questo disorientamento, e questa è la situazione in cui versa l’uomo contemporaneo. Crisi -- > smarrimento -- > disorientamento = diverse facce di una stessa medaglia. Anche durante il periodo Barocco questo sentimento prevaleva: il termine, infatti, indica una perla non regolare. Questo smarrimento è dato anche dal fatto che non distinguiamo più le forme.

Lo smarrimento provoca la crisi in tutti i campi, anche in quello giuridico. Il diritto, come oggi si vede, è colpito dalla crisi analoga a quella che colpisce la sfera del sapere. Oggi il diritto è contingenza, è la decisione del giudice che risolve il caso specifico. Il fatto che non vi sia un punto fisso fa già intendere come la scienza giuridica non sia una scienza unitaria. La velocizzazione e il controllo delle informazioni ha portato una radicale deresponsabilizzazione dei soggetti giuridici, in quanto una macchina può sostituire chicchessia. Il tutto ha portato alla esteriorizzazione del sapere rispetto al sapiente, del diritto rispetto al giurista: il diritto, oggi, è visto come una sorta di oggetto che prescinde dal lavoro e dall’attività del giurista. Ma chi è il giurista? Chiunque si occupi di diritto, anche il legislatore.

La crisi del diritto è piuttosto evidente al giorno d’oggi. L’epoca attuale, quindi, è di crisi: ma c’è del positivo. Sebbene l’epoca post-moderna abbia ridotto il singolo e il giurista ad un mero registratore di dati, noi siamo chiamati, all’opposto, a meditare, a riflettere su molti di questi punti che invece noi siamo chiamati (ultimamente) a registrare. Il nichilismo, il relativismo sono parte di un’ideologia dominante: l’idea della crisi è idea giuridica (dalla parola CRISI arriva la parola CRITICO -- > e la filosofia si basa proprio sulla parola CRITICA). Crisi deriva da una parola greca (crisis) che significa “ciò che si frantuma”, ciò che va buttato via. La necessità di riflettere sul significato della parola CRISI è perciò fondamentale: è una “forza che tiene insieme”. La crisi richiama proprio il suo originario significato giuridico: lite giudiziaria. È un quid che crea un problema, opposizione…ma anche sentenza di un giudice (crinein = giudicare).


Il giurista deve prendere atto che il sapere per sua natura è sempre in crisi: l’esperienza del diritto è un principio che presuppone la crisi. Piuttosto noi dovremmo parlare di DIRITTO IN PERENNE CRISI, inteso come valutazione positiva. Il giurista percepisce che c’è un problema e capisce che questo problema va risolto. Il giudizio è quasi sinonimo di crisi (sotto un punto di vista giuridico): la pronuncia di un giudice arriva dopo un momento critico. La filosofia del diritto, infatti, ha il compito di svegliare qualcuno da un momento di narcosi.

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