PROSPETTIVE DEL DIRITTO
Abbiamo già detto: norma, azione
e giudizio (far riferimento alla I lezione). Quindi stiamo facendo riferimento
alla concezione NORMOCENTRISTA (cfr. I lezione). Naturalmente dalla prospettiva
in cui il GIUDIZIO è posto al centro si parla di diritto di pragmatico. Quindi
il normocentrismo porta la norma al centro e azione e giudizio a gravitare
attorno.
OMNIS DEFINITIO IN IURE EST
PERICULOSA --> ogni definizione del diritto è PERICOLOSA (Giavoleno). Ovvio
quindi che così come il medico deve esaminare quello che succede nella storia
di ciascuno degli ammalati, così il giurista si deve occupare dell’esperienza
sociale. Ma cosa succede nell’esperienza sociale? Si svolgono un’innumerevole
quantità di liti, di volontà che tra loro confliggono. Il giurista quindi è
qualcuno che non solo deve studiare le costituzioni, i codici…ma è anche colui
che scende in piazza e ragiona sui mutamenti sociali. Il suo compito è quello
di analizzare la lite, la controversia. La società umana, infatti, non è una
società di UGUALI, ma è una società di controversi, di INSOCIEVOLEZZA, di
naturale conflittualità. Il diritto, infatti, deve ricomporre queste fratture.
La controversia, naturale
caratteristica dei rapporti sociali, deve essere discussa e organizzata in modo
non violento, laddove si produce il giudizio. Qual è l’elemento veramente
concreto del diritto in sostanza? L’esperienza, la liberazione dal pregiudizio
(la norma, infatti, è sempre generale e astratta). Solo partendo dai FATTI (EX
FACTO ORITUR IUS) si può essere un buon giurista.
L’unico elemento davvero concreto
del diritto, quindi, è la controversia che si organizza davanti al giudice:
processo. Quindi la processualità è la prospettiva che il giurista deve
assumere. Bisogna quindi cambiare prospettiva di guardare il diritto: bisogna
interpretare la norma, l’azione e il giudizio sotto un diverso punto di vista. Bisogna
accorgersi che v’è prima la controversia, ovvero il momento processuale: cos’è
la norma? Cosa l’azione? Cosa il giudizio?
LA NORMA IN PROSPETTIVA
PROCESSUALE
La norma è la soluzione, la
composizione del caso controverso che sta alla base, e aiuta i giudici a
risolvere il caso. È la soluzione che la legge dà perché il giudice risolva la
questione concreta. La norma deve essere la prova per condannare od assolvere
qualcuno. Cicerone diceva che la legge è TESTIS AC ADIUTRIX (testo e aiutante).
L’AZIONE IN PROSPETTIVA
PROCESSUALE
È la fattispecie concreta, è il
fatto controverso che concretamente viene portato davanti al giudice. Di questo
fatto si sente il racconto dai testimoni, dai documenti, dal contratto, dai
verbali. QUESTA è controversia: questo è diritto. NE CIVES AD ARMA VENIANT =
affinché i cittadini non vengano alle armi.
IL GIUDIZIO IN PROSPETTIVA
PROCESSUALE
È tutto l’insieme di atti che
sono coordinati e diretti alla composizione della controversia (composizione =
soluzione). Sono un insieme di attività coordinate tra loro che si svolgono in
un luogo figurato che si chiama processo e dirette alla decisione del giudice.
CONTROVERSIA
Il fatto su cui ci si deve
concentrare soprattutto è il caso controverso, fenomeno naturale
dell’esperienza sociale. La famiglia è il luogo, per esempio, dove la
controversia è all’ordine del giorno: laddove vi siano, queste fratture vengono
presto ricomposte. Diamone delle definizioni:
-
Logica: la controversia è un’opposizione, è
un’ANTILOGIA ovvero una contrapposizione tra una proposizione (un concetto) e
un’altra. Esempio: essere – nulla. Dal punto di vista logico ci si accorge che
ogni discorso è pieno di contrasti e per risolverli vi è il diritto.
-
Etica: la controversia è una contesa. È un
duello e un contrasto (cfr. bioetica).
-
Giuridica: la controversia è una lite. “Lis” in
latino significa “causa”, controversia sotto un punto di vista giuridico in
sostanza. La contesta, la disputa…sono tutte prerogative connaturate nella
natura umana.
Processo: controversia giuridica
organizzata (ottima definizione di processo).
CARATTERI COSTITUTIVI
La controversia è INNEGABILE: la
controversia non può essere in alcun modo smentita.
È contraddittorio tentare di
negare la controversia. Logicamente, infatti, essa è opposizione, contrasto.
Provare a negare l’opposizione (la mia volontà NON confligge con altra volontà)
è come tentare di negare la negazione attraverso un’opposizione (tento di
obiettare ciò che di sua natura è già obiezione: creo come conseguenza una
controversia). Controverto sulla controversia? Mi contraddico.
Non si può trascurare
l’opposizione. La controversia è differenziazione, diversità: non posso pensare
qualcosa di diverso se non altra controversia. Non posso restare indifferente!
È necessario, dunque, rispettare
la controversia (non posso negarla perché rischio di essere dogmatico); devo
accoglierla pur non essendo d’accordo (devo rispettarla), ma DEVO anche
discuterne (l’altro è avversario, NON è un nemico da neutralizzare).
Per concludere: il diritto è
controversia. Dobbiamo RISPETTARE la lite e DISCUTERLA. Il diritto è contrasto,
lite, opposizione.
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