venerdì 6 marzo 2015

2^ LEZIONE FILOSOFIA DEL DIRITTO.

PROSPETTIVE DEL DIRITTO
Abbiamo già detto: norma, azione e giudizio (far riferimento alla I lezione). Quindi stiamo facendo riferimento alla concezione NORMOCENTRISTA (cfr. I lezione). Naturalmente dalla prospettiva in cui il GIUDIZIO è posto al centro si parla di diritto di pragmatico. Quindi il normocentrismo porta la norma al centro e azione e giudizio a gravitare attorno.
OMNIS DEFINITIO IN IURE EST PERICULOSA --> ogni definizione del diritto è PERICOLOSA (Giavoleno). Ovvio quindi che così come il medico deve esaminare quello che succede nella storia di ciascuno degli ammalati, così il giurista si deve occupare dell’esperienza sociale. Ma cosa succede nell’esperienza sociale? Si svolgono un’innumerevole quantità di liti, di volontà che tra loro confliggono. Il giurista quindi è qualcuno che non solo deve studiare le costituzioni, i codici…ma è anche colui che scende in piazza e ragiona sui mutamenti sociali. Il suo compito è quello di analizzare la lite, la controversia. La società umana, infatti, non è una società di UGUALI, ma è una società di controversi, di INSOCIEVOLEZZA, di naturale conflittualità. Il diritto, infatti, deve ricomporre queste fratture.
La controversia, naturale caratteristica dei rapporti sociali, deve essere discussa e organizzata in modo non violento, laddove si produce il giudizio. Qual è l’elemento veramente concreto del diritto in sostanza? L’esperienza, la liberazione dal pregiudizio (la norma, infatti, è sempre generale e astratta). Solo partendo dai FATTI (EX FACTO ORITUR IUS) si può essere un buon giurista.
L’unico elemento davvero concreto del diritto, quindi, è la controversia che si organizza davanti al giudice: processo. Quindi la processualità è la prospettiva che il giurista deve assumere. Bisogna quindi cambiare prospettiva di guardare il diritto: bisogna interpretare la norma, l’azione e il giudizio sotto un diverso punto di vista. Bisogna accorgersi che v’è prima la controversia, ovvero il momento processuale: cos’è la norma? Cosa l’azione? Cosa il giudizio?

LA NORMA IN PROSPETTIVA PROCESSUALE
La norma è la soluzione, la composizione del caso controverso che sta alla base, e aiuta i giudici a risolvere il caso. È la soluzione che la legge dà perché il giudice risolva la questione concreta. La norma deve essere la prova per condannare od assolvere qualcuno. Cicerone diceva che la legge è TESTIS AC ADIUTRIX (testo e aiutante).

L’AZIONE IN PROSPETTIVA PROCESSUALE
È la fattispecie concreta, è il fatto controverso che concretamente viene portato davanti al giudice. Di questo fatto si sente il racconto dai testimoni, dai documenti, dal contratto, dai verbali. QUESTA è controversia: questo è diritto. NE CIVES AD ARMA VENIANT = affinché i cittadini non vengano alle armi.

IL GIUDIZIO IN PROSPETTIVA PROCESSUALE
È tutto l’insieme di atti che sono coordinati e diretti alla composizione della controversia (composizione = soluzione). Sono un insieme di attività coordinate tra loro che si svolgono in un luogo figurato che si chiama processo e dirette alla decisione del giudice.
CONTROVERSIA
Il fatto su cui ci si deve concentrare soprattutto è il caso controverso, fenomeno naturale dell’esperienza sociale. La famiglia è il luogo, per esempio, dove la controversia è all’ordine del giorno: laddove vi siano, queste fratture vengono presto ricomposte. Diamone delle definizioni:
-        Logica: la controversia è un’opposizione, è un’ANTILOGIA ovvero una contrapposizione tra una proposizione (un concetto) e un’altra. Esempio: essere – nulla. Dal punto di vista logico ci si accorge che ogni discorso è pieno di contrasti e per risolverli vi è il diritto.
-        Etica: la controversia è una contesa. È un duello e un contrasto (cfr. bioetica).
-        Giuridica: la controversia è una lite. “Lis” in latino significa “causa”, controversia sotto un punto di vista giuridico in sostanza. La contesta, la disputa…sono tutte prerogative connaturate nella natura umana.
Processo: controversia giuridica organizzata (ottima definizione di processo).

CARATTERI COSTITUTIVI
La controversia è INNEGABILE: la controversia non può essere in alcun modo smentita.
È contraddittorio tentare di negare la controversia. Logicamente, infatti, essa è opposizione, contrasto. Provare a negare l’opposizione (la mia volontà NON confligge con altra volontà) è come tentare di negare la negazione attraverso un’opposizione (tento di obiettare ciò che di sua natura è già obiezione: creo come conseguenza una controversia). Controverto sulla controversia? Mi contraddico.
Non si può trascurare l’opposizione. La controversia è differenziazione, diversità: non posso pensare qualcosa di diverso se non altra controversia. Non posso restare indifferente!
È necessario, dunque, rispettare la controversia (non posso negarla perché rischio di essere dogmatico); devo accoglierla pur non essendo d’accordo (devo rispettarla), ma DEVO anche discuterne (l’altro è avversario, NON è un nemico da neutralizzare).

Per concludere: il diritto è controversia. Dobbiamo RISPETTARE la lite e DISCUTERLA. Il diritto è contrasto, lite, opposizione.

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