In questa lezione parleremo della Macroeconomia, concentrando la nostra attenzione anche sulla distribuzione del reddito.
La ricchezza nazionale ha una
componente stock ed una flusso: come la ricchezza di una famiglia, possiamo
guardare alla misura stock (denaro in banca, azioni…) e alla misura di flusso
(reddito, spese…). Una persona, quindi, può essere ricca in due misure diverse
(con elevati profitti o con un ingente conto in banca).
Qualsiasi istituto finanziario
deve rendicontare il denaro depositato nella sua banca alla Banca d’Italia, che
capirà qual è la ricchezza nazionale.
C’è anche una valutazione
statistica dello STOCK immobiliare.
Come si calcola il reddito
prodotto? Calcolando il valore aggiunto della produzione (il contributo che
ogni attività produttiva porta in quantità di valore: se sommiamo il valore aggiunto
di ogni attività produttiva otteniamo il valore prodotto in un anno) -- > ci
dà un po’ l’idea dell’offerta (consumi e risparmi). Si può calcolare mettendo
dei “cancelletti” per cercare di calcolare il flusso in certi punti.
Più cresce il valore aggiunto
della produzione (reddito) maggiore sarà il reddito nazionale, naturalmente. Ci
sono delle tecniche per capire quali settori producono di più (qual è la
distribuzione del capitale). Noi, economisti in erba, ci concentriamo
sull’aggregata.
Queste aggregate possono dare
un’idea di quale sia il nostro circuito macroeconomico (circuito astratto).
PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI --
> genera REDDITO -- > distribuito ai fattori della produzione (SALARI,
PROFITTI, INTERESSI…) -- > il reddito è adoperato per CONSUMI e RISPARMI. Nel
caso dei consumi PROVOCANO LA DOMANDA DI BENI e SERVIZI (ritorno a PRODUZIONE
DI BENI E SERVIZI). Nel caso dei RISPARMI possono divenire, SE GLI IMPRENDITORI
LO DESIDERANO, INVESTIMENTI che tornano verso la produzione di beni e servizi. ATTENZIONE: bisogna intendere il
risparmio sempre inteso come flusso annuale. QUANTO HO RISPARMIATO QUEST’ANNO?
Può essere positivo (come si augura a tutti) o NEGATIVO (le famiglie, per
esempio, in questi anni stanno andando ad erodere anche quelli accumulati).
Questi risparmi non rimangono
fermi, ma vengono riutilizzati nel sistema (quando deposito 20.000 € in banca,
questi tornano ad essere reimmessi nel circolo e vengono reinvestiti).
Da un lato si hanno le imprese
che generano una valore aggiunto prodotto (Y). Questo reddito possono essere
dati ai consumatori che consumano (C) o al GOVERNO (imposte dirette/indirette
-- > il governo spende e paga servizi…). C’è un’altra componente (I) che
sono gli investimenti. L’ultimo attore è il resto del mondo: il nostro sistema
economico non è un sistema chiuso (interazione con altri sistemi economici).
Da un lato misuriamo il REDDITO
(Y), dall’altra misuriamo la DOMANDA (aggregate demand) che ha i consumi delle
famiglie, dell’imprenditore… Dividiamo consumi e investimenti per l’orizzonte
temporale diversi (AD = Consumi [generi alimentari…] + Investimenti
[macchinari, automobile…]).
G = saldo spese (entrate
pubbliche)
NX = saldo esportazioni
(importazioni).
La domanda si compone di consumi
ed investimenti, ma solo se non distinguiamo tra amministrazioni pubbliche e
cittadini.
LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO
Distribuzione relativa ai fattori
della produzione (piano divisione profitti-salari-vendite).
VALORE AGGIUNTO (PIL) distribuito
alla fine del processo produttivo:
-
LAVORO
o Dipendente,
o Indipendente.
-
CAPITALE
o Profitti,
o Banche
(interessi, commissioni…che paghiamo),
o Rendite
finanziarie (titoli, obbligazioni, affitto negozio ricevuto…).
La problematica della
distribuzione può essere affrontata:
-
Sul piano dei fattori della produzione
(distribuzione funzionale del reddito fra profitti, salari e rendite);
-
Sul piano individuale (o delle classi sociali),
cioè sul piano della distribuzione del reddito e della ricchezza fra gli
individui, le famiglie o le classi sociali.
La distribuzione primaria va distinta
dalla re-distribuzione (qualcuno “ha rimescolato la situazione”). La
distribuzione primaria emerge PRIMA dell’intervento dello stato. La RE-DISTRIBUZIONE
è quella modifica operata dallo stato (tasse, imposte…). Una delle peculiarità
italiane è proprio quella di avere una distribuzione primaria DI MOLTO MIGLIORE
(orrore in italiano, ma rende l’idea) rispetto alla re-distribuzione.
PNL = prodotto nazionale lordo,
somma valore aggiunto prodotto della nazione (+ imprenditori italiani anche se
prodotto all’estero – valore prodotto da stranieri in Italia);
PIL = prodotto interno lordo,
somma valore aggiunto prodotto sul territorio italiano (all’interno dei confini
dell’Italia). Non tiene conto degli ammortamenti (per avere un valore più
preciso sottraendo l’ammortamento, otteniamo il PIN). Lo stesso per il PNL
(sottraendo gli ammortamenti del capitale fisso, otteniamo il PNN).
Nel nostro sistema macroeconomico
non si tiene conto della riproducibilità del capitale non-fisso (naturale,
sociale…).
Se togliamo le imposte indirette
dal prodotto otteniamo il reddito ai prezzi di mercato.
REDDITO POTENZIALE: è il PIL che
otterremmo se tutti i fattori fossero impiegati (in realtà abbiamo un 13% di
disoccupazione…).
REDDITO A PREZZI CORRENTI: quello
che otterremmo se tutti i fattori (prodotto e lavoro) fossero impiegati.
REDDITO A PREZZI COSTANTI: valore
della produzione al livello dei prezzi di un anno di riferimento. Il valore di
produzione a livello di prezzi di un anno precedente.
REDDITO REALE: misura la capacità
d’acquisto effettiva, depurato dall’inflazione (P.P.P.)
P.P.P. = parità di potere
d’acquisto: stima del reddito “come se” i prezzi fossero gli stessi (per
comparare il reddito reale tra paesi diversi).
PIL NOMINALE: prezzi nel corso
dell’anno.
Il reddito NON misura bene e
benessere.
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