martedì 25 novembre 2014

21^ LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA.

In questa lezione parleremo della Macroeconomia, concentrando la nostra attenzione anche sulla distribuzione del reddito.

La ricchezza nazionale ha una componente stock ed una flusso: come la ricchezza di una famiglia, possiamo guardare alla misura stock (denaro in banca, azioni…) e alla misura di flusso (reddito, spese…). Una persona, quindi, può essere ricca in due misure diverse (con elevati profitti o con un ingente conto in banca).
Qualsiasi istituto finanziario deve rendicontare il denaro depositato nella sua banca alla Banca d’Italia, che capirà qual è la ricchezza nazionale.
C’è anche una valutazione statistica dello STOCK immobiliare.
Come si calcola il reddito prodotto? Calcolando il valore aggiunto della produzione (il contributo che ogni attività produttiva porta in quantità di valore: se sommiamo il valore aggiunto di ogni attività produttiva otteniamo il valore prodotto in un anno) -- > ci dà un po’ l’idea dell’offerta (consumi e risparmi). Si può calcolare mettendo dei “cancelletti” per cercare di calcolare il flusso in certi punti.
Più cresce il valore aggiunto della produzione (reddito) maggiore sarà il reddito nazionale, naturalmente. Ci sono delle tecniche per capire quali settori producono di più (qual è la distribuzione del capitale). Noi, economisti in erba, ci concentriamo sull’aggregata.
Queste aggregate possono dare un’idea di quale sia il nostro circuito macroeconomico (circuito astratto).
PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI -- > genera REDDITO -- > distribuito ai fattori della produzione (SALARI, PROFITTI, INTERESSI…) -- > il reddito è adoperato per CONSUMI e RISPARMI. Nel caso dei consumi PROVOCANO LA DOMANDA DI BENI e SERVIZI (ritorno a PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI). Nel caso dei RISPARMI possono divenire, SE GLI IMPRENDITORI LO DESIDERANO, INVESTIMENTI che tornano verso la produzione di beni e servizi. ATTENZIONE: bisogna intendere il risparmio sempre inteso come flusso annuale. QUANTO HO RISPARMIATO QUEST’ANNO? Può essere positivo (come si augura a tutti) o NEGATIVO (le famiglie, per esempio, in questi anni stanno andando ad erodere anche quelli accumulati).

Questi risparmi non rimangono fermi, ma vengono riutilizzati nel sistema (quando deposito 20.000 € in banca, questi tornano ad essere reimmessi nel circolo e vengono reinvestiti).

Da un lato si hanno le imprese che generano una valore aggiunto prodotto (Y). Questo reddito possono essere dati ai consumatori che consumano (C) o al GOVERNO (imposte dirette/indirette -- > il governo spende e paga servizi…). C’è un’altra componente (I) che sono gli investimenti. L’ultimo attore è il resto del mondo: il nostro sistema economico non è un sistema chiuso (interazione con altri sistemi economici).

Da un lato misuriamo il REDDITO (Y), dall’altra misuriamo la DOMANDA (aggregate demand) che ha i consumi delle famiglie, dell’imprenditore… Dividiamo consumi e investimenti per l’orizzonte temporale diversi (AD = Consumi [generi alimentari…] + Investimenti [macchinari, automobile…]).
G = saldo spese (entrate pubbliche)
NX = saldo esportazioni (importazioni).
La domanda si compone di consumi ed investimenti, ma solo se non distinguiamo tra amministrazioni pubbliche e cittadini.

LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO

Distribuzione relativa ai fattori della produzione (piano divisione profitti-salari-vendite).
VALORE AGGIUNTO (PIL) distribuito alla fine del processo produttivo:
-        LAVORO
o   Dipendente,
o   Indipendente.

-        CAPITALE
o   Profitti,
o   Banche (interessi, commissioni…che paghiamo),
o   Rendite finanziarie (titoli, obbligazioni, affitto negozio ricevuto…).

La problematica della distribuzione può essere affrontata:

-        Sul piano dei fattori della produzione (distribuzione funzionale del reddito fra profitti, salari e rendite);

-        Sul piano individuale (o delle classi sociali), cioè sul piano della distribuzione del reddito e della ricchezza fra gli individui, le famiglie o le classi sociali.

La distribuzione primaria va distinta dalla re-distribuzione (qualcuno “ha rimescolato la situazione”). La distribuzione primaria emerge PRIMA dell’intervento dello stato. La RE-DISTRIBUZIONE è quella modifica operata dallo stato (tasse, imposte…). Una delle peculiarità italiane è proprio quella di avere una distribuzione primaria DI MOLTO MIGLIORE (orrore in italiano, ma rende l’idea) rispetto alla re-distribuzione.

PNL = prodotto nazionale lordo, somma valore aggiunto prodotto della nazione (+ imprenditori italiani anche se prodotto all’estero – valore prodotto da stranieri in Italia);

PIL = prodotto interno lordo, somma valore aggiunto prodotto sul territorio italiano (all’interno dei confini dell’Italia). Non tiene conto degli ammortamenti (per avere un valore più preciso sottraendo l’ammortamento, otteniamo il PIN). Lo stesso per il PNL (sottraendo gli ammortamenti del capitale fisso, otteniamo il PNN).

Nel nostro sistema macroeconomico non si tiene conto della riproducibilità del capitale non-fisso (naturale, sociale…).  

Se togliamo le imposte indirette dal prodotto otteniamo il reddito ai prezzi di mercato.

REDDITO POTENZIALE: è il PIL che otterremmo se tutti i fattori fossero impiegati (in realtà abbiamo un 13% di disoccupazione…).

REDDITO A PREZZI CORRENTI: quello che otterremmo se tutti i fattori (prodotto e lavoro) fossero impiegati.

REDDITO A PREZZI COSTANTI: valore della produzione al livello dei prezzi di un anno di riferimento. Il valore di produzione a livello di prezzi di un anno precedente.

REDDITO REALE: misura la capacità d’acquisto effettiva, depurato dall’inflazione (P.P.P.)

P.P.P. = parità di potere d’acquisto: stima del reddito “come se” i prezzi fossero gli stessi (per comparare il reddito reale tra paesi diversi).
PIL NOMINALE: prezzi nel corso dell’anno.
Il reddito NON misura bene e benessere. 

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