In questa lezione parleremo di avanzo primario, accenneremo alla gestione del debito pubblico e al costo dello spread.
L’avanzo primario mette in luce
il contributo della spesa per interessi sul debito nel determinare il disavanzo
(se è positivo non lo è poi tanto, perché vuol dire che lo Stato chiede tanti
soldi in tasse e dà pochi servizi).
Il risparmio pubblico è l’avanzo al netto di
investimenti e spese.
Attenzione sempre alla differenza
tra INDEBITAMENTO e DEBITO e tra DEBITO e DEFICIT.
La gestione del debito pubblico:
quando le uscite sono superiori alle entrate, si genera un deficit. Questo
deficit è finanziato emettendo titoli di debito, cioè prendendo a prestito del
denaro dai risparmiatori ai tassi fissati dalle aste dei titoli. La maggior
parte dei titoli di stato hanno scadenza a medio-lungo termine.
La gran parte dei titoli sono
obbligazioni zero-coupon: andando in banca e chiedendo un titolo statale di 10.000€
ho interesse di 1% (interesse 100€). Prezzo = 9.900 e tra un anno torna a
10.000 (compro 10.000 del 2015, facendo uno sconto di 100 euro subito).
Acquistare un BOT ad un anno di 10.000 euro, costa 9900 con interesse di 1%.
Zero coupon significa “scaricare tutti gli interessi dal prezzo iniziale”.
Durante gli anni ’90 il debito
pubblico è totalmente dipendente dai mercato finanziari globali. La banca
centrale tedesca, invece, acquistava ed acquista i titoli non optati dal
mercato alle aste, con evidenti benefici sul tasso di interesse (in quanto si
annulla/va automaticamente l’eccesso di offerta che fa/ceva salire il tasso).
IL COSTO DELLO SPREAD
Il costo di rinnovamento dei
titoli del debito pubblico dipende dal tasso di interesse (influenzato dal tasso
sul mercato secondario). Dunque se il mercato e l’individuo è rischioso,
l’interesse è alto, al contrario è basso. Questo vuol dire che è molto
importante che i tassi di interesse siano molto bassi (se io su 1000 euro di
titolo ho un interesse del 17 per cento, perdo quasi 800 euro -- >
situazione greca del 2012).
La gestione di questi debiti può
essere anche strategica: se l’economia entra in crisi e noi creiamo dei debiti,
questo può contribuire a tenere la domanda aggregata elevata.
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