martedì 9 dicembre 2014

27^ LEZIONE DI DIRITTO PUBBLICO.

In questa lezione parleremo dell'interpretazione dei testi legislativi (art. 12 delle preleggi).

L’articolo 12 delle preleggi, quindi, invita l’interprete a procedere ad un’interpretazione letterale, poi sistematica (consente di comprendere il senso di una disposizione correlandola con le altre) e infine storica (andare a rivedere i lavori parlamentari) e guardare l’INTENTIO LEGIS (comprendere la ratio della legge al di là dell’intenzione del legislatore). Il vero problema dell’articolo 12 è che nasce dall’idea in una fiducia assoluta nell’attività di interpretazione (si cerca un solo significato della disposizione -- > ricavare una ed una sola norma, ovvero il “significato della disposizione”). L’interprete, dunque, deve essere VIVA VOX LEGIS. L’attribuzione del significato finale viene filtrata dalla sensibilità dell’interprete, con la conseguenza che si giunge, spesso e volentieri, a risultati diversi.

Ovvio che se noi stessimo all’articolo 12 ci troveremmo davanti ad una situazione insuperabile, oltre che imbarazzante (vedi esempio articoli 77 e 25; articoli 74 e 90; vedi articolo 3 -- > tutti i “cittadini” -- > si pone il problema che i non cittadini non godrebbero di questi diritti).
La Costituzione nell’articolo 33 III comma può essere interpretata. Da questo riusciamo a capire come l’attività interpretativa sia fondamentale per creare delle regole che siano interpretate e interpretabili (se le cose non fossero così, non si spiegherebbe come mai si arrivi a giudicare uno stesso fatto normativo in maniera diversa).

L’INTERPRETAZIONE PUO’ ANCHE ESSERE ANALOGICA: se in una disposizione manca una fattispecie concreta, l’interprete non si deve scoraggiare ma deve capire come quel caso è disciplinato in casi simili o in materie analoghe. Poniamo il caso in cui il Presidente della Repubblica rinvii il decreto legge al governo. Cosa succede, dal momento che nessun articolo della Costituzione regola questo? È un principio ricavato dall’articolo 74, seppure non ne parli apertamente.
IDEM RATIO, EADEM DISPOSITIO (dalla stessa RATIO, si ricava la stessa DISPOSITIO). [Brocardo]
ANALOGIA IURIS: l’interprete può anche risolvere un caso, in assenza di DISPOSITIO PRECISA, ricorrendo all’ordinamento dei principi, per ricavare la regola da applicare al caso concreto.
L’interpretazione può essere ancora (sotto il profilo dei soggetti):

-        Dottrinale, ovvero l’interpretazione che viene data dalla dottrina (Paladin, Crisafulli…);

-        Giurisprudenziale, la più accreditata, l’interpretazione di una certa disposizione espressa dal giudice in sede di sentenza;

-        Autentica, interpretazione data dallo stesso legislatore tramite ATTO LEGISLATIVO, nel quale dice quale sia l’interpretazione da preferire. Questa è una LEGGE DI INTERPRETAZIONE AUTENTICA che ha carattere di RETROATTIVITA’.

o   È sempre contenuta in un atto normativo;

o   Opera retroattivamente;

o   Ha efficacia ERGA OMNES.

L’articolo 14 delle preleggi completa il discorso sull’analogia: non si può sempre ricorrere all’analogia legos:

-        Quando ci sono in gioco disposizioni penali e

-        Quando ci sono in gioco disposizioni eccezionali.

DISPOSIZIONI PENALI
L’articolo 14 anticipa l’articolo 25 Costituzione: non è possibile avere una norma retroattiva (ovvero non posso punire qualcuno EX POST).

DISPOSIZIONI ECCEZIONALI
Non possiamo operare questa analogia sulle leggi eccezionali, perché queste sono ECCEZIONALI, cioè sono concepite per eccezioni, per casi particolari (iperattività di una legge che per natura non può esserlo).

DIRITTO SOGGETTIVO
Il diritto in senso oggettivo ha la funzione di regolare le condotte. Il diritto in senso oggettivo si occupa delle condotte degli uomini che debbono essere regolate per evitare il caos, ovvero della relazione uomo-cosa. Il diritto in senso oggettivo SELEZIONA i diritti di interesse (pensiamo alla proprietà: esclusività del rapporto tra uomo e cosa posseduta). La forma prediletta per tutelare un interesse è il diritto SOGGETTIVO.

-        Interesse legittimo;
-        Interesse diffuso;
-        Interesse di fatto (interessi di cui l’ordinamento giuridico si disinteressa).

I diritti soggettivi possono essere:

a)     Assoluto, es. diritto di proprietà;

b)     Relativo, es. diritto di credito, ovvero di un rapporto tra due attori, uno attivo (creditore, posizione di pretesa) e uno passivo (debitore, posizione di passività rispetto alla pretesa) -- > intercorre tra almeno due parti.

Tizio ha un credito. L’ordinamento tutela Tizio. Ma come si tutela questo diritto? L’ordinamento obbliga Tizio ad andare davanti ad un giudice per chiedere che sia accertato il suo diritto (PROCESSO DI COGNIZIONE). Si conclude con una sentenza che ha duplice contenuto:

  1. Si dice a Tizio che ha il diritto;
  2. Si condanna Caio a pagare il prezzo dovuto.
Pronunciata la Cassazione, Tizio ha una sentenza che in via definitiva tutela il suo diritto. Ma ha Tizio ora il suo credito? No! Ha un titolo di esecuzione. Grazie a questo si possono fare uscire gli ufficiali giudiziari che possano agire su Caio per dare a Tizio il prezzo dovuto dal debitore (oppure trovare l’oggetto di contesa).
La caratteristica dell’esecutività e dell’esecutorietà è tipica dei provvedimenti amministrativi.  

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