In questa lezione parleremo della funzione di domanda, della razionalità del consumatore, del concetto di utilità e cercheremo di capire come si spiegano le scelte economiche di diversi attori economici.
In ascissa è rappresentatala domanda di un solo consumatore.
La razionalità: il consumatore
massimizza il proprio benessere ed ha una perfetta cognizione delle sue
preferenze e dei beni che le soddisfano. Le scelte degli individui sono,
naturalmente, razionali; stiamo parlando di individui capaci di intendere e di
volere. L’individuo razionale segue il principio di utilità.
L’utilità è una variabile che
viene creata nell’economia politica; Jeremy Bentham (filosofo dell’Utilitarismo
ottocentesco) = capire la decisione umana sulla base di impulsi che la
stimolano (l’uomo è guidato dal piacere, noi cerchiamo di rifuggire il dolore,
il fastidio e il disagio). L’idea è quella di far IMPLODERE lo spazio delle
scelte e ridurla solamente alla funzione utilità:
è la relazione che esiste tra
l’ammontare del bene X di cui il consumatore può disporre e la soddisfazione U
(utilità totale) che l’individuo ne riceve prende il nome di funzione di
utilità e si indica con:
U
= U(X).
Immaginiamo che il “Bene x” sia
un bicchiere d’acqua e l’individuo sia molto assetato. Il primo bicchiere
d’acqua dà un’utilità pari a 3,5. Il secondo dà un’utilità pari a 1,5.
Attenzione: studiamo l’utilità sulla
domanda e non sul consumo (posso comprare tante casse d’acqua ma non è detto
che io le consumi tutte in una volta).
Gli incrementi, si vede dal
grafico, sono via via decrescenti.
Sopra: utilità marginale (come
cambia la pendenza di questa funzione, che prima è molto elevata e diventa
sempre più bassa).
La variazione di utilità si
calcola:
UMX = delta U / delta X.
La funzione di utilità è
SOGGETTIVA. È irrazionale, comunque, continuare a chiedere BENE X se ormai sono
saturo. Il marginalismo, quindi, cerca di esprimere con il concetto di utilità
il concetto di valore d’uso che Smith riteneva fondamentale per spiegare l’economia
scambista. Quando i beni sono sovrabbondanti, danno un’utilità minore.
COME SPIEGARE LO SCAMBIO?
Il signor A ha 10 fragole e 6 mirtilli.
Costui ha anche delle funzioni di utilità. Ha un’utilità pari a 7 per i
mirtilli e l’ultimo mirtillo gli ha dato un incremento di utilità pari a 0,8.
Ha un’utilità per le fragole pari a 10, mentre un incremento di utilità pari a
0,3.
Il signor B ha 15 mirtilli e 5
fragole.
UTILITA’ mirtilli: 15 e
INCREMENTO utilità: 0,2.
UTILITA’ fragole 6 e INCREMENTO
utilità: 1,0.
Poniamo che A scambi una fragola
con un mirtillo: perde Um 0,3 e guadagna Um 0,8. È conveniente per il signor A
cedere una fragola e acquisire un mirtillo.
Il signor B cede un mirtillo e
quindi perde 0,2. Ma acquisisce una fragola! E guadagna Um.
A incrementa U di 0,5 passando da
17 a 17,5 (7+10-0,3+0,8).
B incrementa U di 0,8 passando da
18 a 18,8 (6+12-0,2+1).
Non è vero, dunque, che finita la
raccolta l’utilità è fissata. Lo scambio vale la pena? Non c’è nessun organo
esterno che lo dica o lo imponga (è criterio SOGGETTIVO).
In economia la forma di questa
funzione di utilità non necessariamente deve comprendere un solo bene. Può
anche essere una funzione U(X,Y,Z…).
Tutto questo ragionamento si
scontra con un vincolo di bilancio: l’individuo, infatti, deve allocare un
somma di denaro S in modo tale da massimizzare la sua utilità. Il problema
economico, infatti, pone una somma di denaro LIMITATA. Devo operare delle
scelte per ottimizzare la massima utilità, ma sempre con dei vincoli.
Il signore in questione è in
dubbio se acquistare bene X o bene Y. Questo vincolo è espresso
matematicamente:
S (budget, poniamo 300 €) = Px * x + Py * y
Px = prezzo di x;
Py = prezzo di y.
Se esplicitiamo la Y: y = S / Py
– x * Px / Py (per aiutare la
rappresentazione)
Il vincolo di bilancio
rappresenta una serie di combinazioni ideali per spendere il nostro BUDGET
(acquistando in proporzioni varie X e Y). Il vincolo, però, non ci dice come
MASSIMIZZARE le nostre funzioni di utilità.
Il rapporto fra i prezzi
rappresenta la pendenza della retta “vincolo di bilancio” e mi dice a quanto di
Y devo rinunciare per avere un’unità in più di X (dati i prezzi dei due).
Geometricamente se il nostro
budget sale, la retta vincolo di bilancio sale (TRADE OFF), si sposta con un
movimento rigido. Nel caso in cui il prezzo di un bene vari, varia la pendenza
della retta.
COME SI SPIEGANO LE SCELTE
ECONOMICHE?
L’individuo confronta costi e
benefici di varie opzioni disponibili, con risorse limitate (vincolo di
bilancio).
La valutazione, però, è
complicata dal fatto che i benefici tratti dai beni di consumo hanno un andamento
decrescente al crescere della quantità acquistata (la curva è funzione
decrescente, anche perché se il bene costa di più il beneficio netto è
inferiore).
La funzione di costo nostra ci dice che maggiore
è la quantità di bene che acquistiamo maggiori sono i costi. Acquistiamo 0
beni? 0 €. Questo costo del bene x va confrontato con la funzione utilità
(forma panciuta). Qual è la quantità ottimale per un bene x? Il Massimo
rendimento del consumo del bene X è la massima distanza fra le due funzioni. La distanza è massima dove le due
figure hanno la stessa pendenza.
La
nostra utilità totale scende mano a mano che acquisto X (la tangente nel punto
b(x) è uguale a quella della retta). La condizione è di uguaglianza della
tangente (prendere le due derivate e trovare il punto di intersezione). Il
beneficio marginale va ad incrociare il prezzo.
Utilità m = Costo m
(m=marginale). Prendo una brioche: beneficio marginale superiore ad 1€; prendo
una seconda brioche: ancora beneficio marginale superiore ad 1€. Non ne prendo
più? Il mio beneficio scende sotto l’euro (ovvero sotto il prezzo della brioche
stessa). I benefici sono una funzione decrescente con l’aumento della quantità.
U1X / P(x) = U1Y
/ P(y) = U1Z / P(z) --
> proporzioni che devono essere rispettate per massimizzare il mio
beneficio netto totale (nella spesa che io compio). È una proporzione, però,
che non mi dice direttamente quanto X devo acquistare.
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