sabato 18 ottobre 2014

3^ LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA.

In questa lezione parleremo di: distribuzione di valore in campo di variazione, media aritmetica e media ponderata; cominceremo, poi, ad introdurre la storia dell'economia politica liberale, con particolare attenzione a: MERCANTILISMO, FISIOCRAZIA e LIBERALISMO CLASSICO.


Distribuzione del valore in un campo di variazione (che è un indice di variabilità) à nel compito del 22 luglio i voti conseguiti erano dal 18 al 30: 22 voti possibili.

Media aritmetica: valore centrale di questa particolare distribuzione. Ognuno dei numeri dall’1 al 10 è CASO. Poi ogni caso ha la sua FREQUENZA. Si sommano i valori dei casi e si divide per il numero dei casi.

Media ponderata: è una media che tiene conto dei diversi pesi che i casi possono assumere à
In EP tizio prende 20
In EI tizio prende 25          La media aritmetica è 22,5 (45/2). Noi sappiamo, però, che EP pesa per 9 crediti; EI pesa per 6.

Peso in crediti x voto conseguito + peso in crediti x voto conseguito / somma peso in crediti =
= 9 x 20 + 6 x 25 /15 = 180 + 150 / 15 = 330 / 15 = 22. 


LA STORIA DELL'ECONOMIA POLITICA LIBERALE

Il termine Economia Politica viene coniato da André de Montchrétien de Wateville nel 1615.
La prima cattedra universitaria è di Genovesi a Napoli nel 1754.

Viviamo in una società in cui dipendiamo completamente dalla circolazione monetaria. Non avere nessuna fonte di reddito significa essere, dunque, completamente esclusi dalla società. È collegata con la divisione del lavoro. Ma come funziona la circolazione monetaria? Come si distribuisce la quantità monetaria? Cosa possiamo fare per tenere stabili i prezzi? Quando emerge l’economia monetaria? Quando comincia a che fare (e che cos’è) il capitalismo? Ha tutto a che fare con Weber (che però trova delle contro tesi a Toniolo). Hanno tutti studiato che relazione c’è tra le variabili strutturali e la circolazione monetaria.

PROTESTANTI: è la cultura protestante a far conoscere questo tipo di economia capitalistica (tesi non molto accreditata anche perché Lutero era all’opposto di questa visione) à Weber dice che la perdita dell’autorità centrale ha favorito un maggior autonomismo e quindi una maggiore autonomia dell’individuo à accumulazione…la cultura protestante è meno conservatrice da un punto di vista sociale à maggior incentivo per gli individui all’accumulazione.

CATTOLICI: l’economia capitalista è nata già nel ‘300 in Italia grazie ai banchieri fiorentini, forme societarie…Venezia diventa un centro commerciale produttivo e un importante polo bancario. Il capitalismo (in una visione cattolica) produce miseria, può avere una base più sociale, e creare meno disastri (disoccupazione di massa,…).

Il capitalismo è un sistema basato sulla valorizzazione del capitale à riconosciamo le imprese a responsabilità limitata (o le SPA) à se il capitale perde, il capitalista non è responsabile; se il capitale acquista, il capitalista ne ha il merito. Ci guadagna il capitale. Privilegi, in sostanza, ai detentori del capitale. Si privilegia, anche, la proprietà privata attribuita a singoli (individuale, non collettiva né dello stato). Le istituzioni sono, comunque, fondamentali. Anche l’innovazione tecnologica ha migliorato la nostra vita, il nostro benessere, consente un certo stile di vita à consente di avere un reddito medio di un certo livello (in determinate aree, in altre è diverso).

Il pensiero politico moderno: si basa su DIRITTI INDIVIDUALI, COSTITUZIONALISMO, LIBERTA’ ECONOMICA. 

1- Ogni individuo ha dei diritti (il diritto è individuale) à si contrappone al diritto antico che presupponeva il dovere collettivo.

2- Il potere politico è regolato ad una serie di norme che determinano dei limiti per il potere politico.

3- L’ individuo deve avere la piena libertà di commerciare, produrre, consumare…

Quindi, si separa l’elemento economico da quello politico à POSITIVISMO à porta ad una separazione a più elementi di un tutto.
In Aristotele c’era una grande divisione: Oikonomìa (economia domestica) e crematistica (che era l’arte di fare soldi).

IL MERCANTILISMO

È lo studio dell’amministrazione pubblica: due correnti (tedesca e francese). Si chiama “Cameralismo” per i tedeschi: è una scienza delle finanze. Partendo dal problema dell’amministrazione dei beni da parte dello stato, guardano alla ricchezza come UNO STOCK/UN PATRIMONIO. Incamerare l’oro è l’ideale, perché la ricchezza o ce l’ho io o il nemico. Si studia l’economia del sovrano. In questo stesso momento nasce la statistica come scienza per il governo à fa sì che si guardi al sistema economico come ad un sistema da amministrare e non come un mercato à stato di polizia: tendenze a sviluppare un atteggiamento attivo nei confronti dello sviluppo da parte dello stato che investe e realizza politiche economiche, che governa l’economia. È il responsabile dello sviluppo dell’economia e dell’aumento del benessere. Guida l’intervento pubblico da parte del sovrano.

Non esiste una società civile autonoma dallo stato, che invece sarà il punto centrale di sviluppo del liberalismo. La rivoluzione liberale consiste nel mettere il mercato al centro. Lo stato viene, quindi, relegato in una posizione secondaria, ovvero di amministrazione del bene comune.

Il commercio crea ricchezza soprattutto se la bilancia commerciale è in attivo (incamera oro à concezione patrimoniale a somma zero della ricchezza).

LA FISIOCRAZIA

Francia. Movimento liberale illuminista e naturalista. Quesnay era un medico naturalista. Rivendica un’idea di diritto di proprietà individuale inviolabile à per studiare l’economia guarda questa come un biologo guarda un formicaio. Sistema di produzione à la ricchezza viene vista come un FLUSSO di produzione à nel sostenere la centralità della società civile c’è bisogno di esaltare il flusso di produzione di beni e servizi utili alla collettività à flusso di RIPRODUZIONE à riproduzione dei beni utili a far funzionare il sistema. Nessuno aveva mai applicato questa logica alla classe produttiva. 
AGRICOLTURA: la sola classe produttiva. L’aristocrazia consuma il sovrappiù à consente al sistema di riprodursi senza tensioni di espansione.

IL LIBERALISMO CLASSICO

Si sviluppa su stimolo politico à leggi sul grano e leggi sui poveri. Non abbiamo bisogno di sistemi amministrati à la società civile può amministrarsi e crescere da sola à non è lo stato etico ad intervenire à non è lo stato ad intervenire nell’economia. Si pone una grande fiducia nel mercato, non sempre ben riposta. Non si crea benessere e crescita automaticamente. LEGGI LA FAVOLA DELLE API. 
il benessere generale è il risultato di scelte individuali e non di pianificazioni esterne. Ognuno persegue i propri interessi e questo crea benessere collettivo. Smith, in sostanza, non ha inventato niente.
Pubblica il suo libro dopo essere stato nel suo castello a Tolosa. A Parigi venne in contatto con altri economisti à tornato in Inghilterra scrisse “La ricchezza delle nazioni”. Incomincia ad interpretare la crescita della ricchezza della nazione come flusso di produzione dei beni e servizi da lavoro produttivo. Distingue tra lavoro produttivo ed improduttivo. La nazione è ricca se lavora à  non si diventa più ricchi espandendosi ma producendo di più. Ha senso, dunque, aumentare la ricchezza lavorando di più.

-        Individualismo (non si discute sui gusti delle singole persone, perché il benessere collettivo aumenta se aumenta quello di ognuno di noi); adesso si esclude il sovrano à

-        Lo studio dell’economia è lo studio del mercato;

-        Lo stato deve dare dei servizi: garantire i diritti di proprietà (tutela);

-        Mano invisibile, consente all’interesse individuale di trasformarsi in collettivo; tutti devono rispettare i diritti degli altri;

-        La fonte di maggiore benessere è l’aumento di produttività.

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