Trattato di Amsterdam e di Nizza.
Ambedue i trattati si limitavano ad apportare modifiche a quelli già esistenti.
Si modificò il trattato di Maastricht, in sostanza.
Si sentì il bisogno di questi due
trattati in quanto dopo il 1992 la storia continuava a cambiare (dissoluzione
dei Balcani, continue richieste dai paesi dell’Europa orientale di poter
entrare nell’UE).
Il 1° gennaio 1995, a cavallo
degli anni 90, fecero domanda molti paesi (Austria, Svezia, Finlandia,
Norvegia). A fine 1995 aderirono Austria, Svezia e Finlandia. Per scelta
referendaria norvegese, la Norvegia rimase fuori. Una conferenza
intergovernativa del 1996, prepara il Trattato di Amsterdam del 1997. Costui
mette un po’ di ordine nella numerazione degli articoli. Ha inserito nei
Trattati dell’Unione la tutela dei diritti fondamentali valida per i paesi
dell’Unione. Istituisce, poi, la cooperazione rafforzata: diventava sempre più
facile che ci fosse uno stato contrario a determinate decisioni. Per aumentare
il grado di integrazione (se qualche stato fosse stato contrario) era doveroso
impedire tale contrarietà (l’Euro: solo 15 stati che approvarono la moneta
unica).
TRATTATO DI AMSTERDAM: tra le
competenze delle istituzioni abbiamo aggiunto quelle del GAI a quelle della CE.
Dal 1999 l’Europa può emanare regole in materia di diritto internazionale
privato e di diritto internazionale civile. Questo avrebbe garantito la libera
circolazione delle sentenze e avrebbe garantito la possibilità di recarsi da
uno qualsiasi dei giudici dell’Unione.
Si è anche avviato un nuovo
processo di adesione per altri stati che chiedevano di entrare in Europa. Uno
degli obiettivi mancati era quello di adeguare le istituzioni europee
all’incremento degli stati. Nel 2000 si è deciso di convocare una conferenza a
Nizza dove si è fatta una dichiarazione sul futuro dell’Europa. Lì, in quella
sede, si è proclamata la carta dei diritti fondamentali di Nizza.
Il Trattato arriva nel 2001 ed
entra in vigore nel 2003. Ripartisce i seggi al Parlamento europeo, prevede che
la commissione abbia un commissario membro. Estende il voto alla maggioranza
qualificata per alcuni settori. Estende lo spazio per la cooperazione
rafforzata e si è consapevoli che il lavoro non è finito. Ciò fa capire a tutti
che è bene fare il salto di qualità: questo processo deve avere una vera
costituzione europea? Ovvio che sì. Per questo si forma un trattato firmato a
Roma il 29 ottobre 2004. Questo trattato costituzionale, però, spaventa tanti
stati europei. E così molti referendum bocciano questa costituzione.
Dopo grandi meditazioni, nel
2007, il Consiglio Europeo ritiene sia meglio abbandonare la Costituzione.
Nel frattempo, però, nel 2004
altri 10 paesi europei avevano aderito all’UE.
Nel 2007, intanto, il cancelliere tedesco Merkel aveva pensato ad un sistema per aggirare questa diffidenza. Nel 2009 è
riuscita a farlo ratificare da tutti. Il trattato di Lisbona, quindi, è il
punto di arrivo che salva la sostanza del processo precedente, con una forma
diversa da quella del T.U.
Il trattato di Maastricht fu
chiamato Trattato dell’Unione Europea e quello sul funzionamento (trattato
della CE, operativo) lo chiamò TFUE (trattato sul funzionamento dell’Unione
Europea). Ancora a parte si trova la implementata Carta di Nizza. La Merkel,
quindi, ha salvato la sostanza giuridica e viene applicato come diritto europeo
dai giudici della corte europea.
In Germania, però, esiste il
ricorso diretto alla Corte Costituzionale federale. Grazie a questo strumento,
alcuni tedeschi ritennero doveroso affermare che il trattato di Lisbona andava
mutato perché esautorava il parlamento tedesco. La sentenza respinse questa
domanda e con essa si volatilizzarono tutti i timori a ciò legati.
Questi trattati sono accompagnati
da protocolli aggiuntivi, in cui ogni Stato fa dei “distinguo”.
Oggi l’UE si chiama SPAZIO DI
LIBERTA’, SICUREZZA e GIUSTIZIA.